Il Novecento italiano secondo Adolfo Denci, mostra fotografica (4 agosto-3 settembre 2017), Associazione Culturale Strade Bianche (via Zuccarelli 25, Pitigliano – GR).
Adolfo Denci (Pitigliano, 1881-19449)
Fotografo professionista con ottime capacità tecniche il cui amore per il mezzo fotografico si sposava con una straordinaria attenzione per le dinamiche sociali e storiche. Un “fotografo sociale e di popolo” che ha prodotto un patrimonio di immagini dal valore estetico e culturale inestimabile, testimoniando la vita quotidiana nei primi decenni del Novecento.
La mostra
La mostra nasce grazie agli eredi di Denci, a Marcello Baraghini (Strade Bianche) e al fotografo Carlo Fè. Questa collaborazione ha permesso di portare alla luce decine di fotografie fino a oggi inedite. Le stampe sono state realizzate dalle scansioni delle lastre originali in vetro e raccontano di manifestazioni popolari:
[…] dalla festa religiosa alla celebrazione istituzionale collettiva, dai tradizionali lavori di campagna alle faccende rurali o domestiche nei vicoli, nelle cantine, nei frantoi, nelle stalle, nei lavatoi. Non c’era attraente angolo di paese che non gli suscitasse una sentita partecipazione e non lo inducesse a ritrarlo. Né inaugurazione d’opera pubblica, edificio, strada, ponte, che lo lasciasse indifferente. E poi i luoghi (Pitigliano, Sorano, Sovana, Manciano, Saturnia, Orbetello); le comunità, le famiglie, i maggiorenti, gli alunni delle scuole: tutti in posa davanti al suo obiettivo per una foto ricordo; e le folle stipate nelle piazze in occasione dei raduni politici e delle solenni ricorrenze religiose. Brulicare di corpi e di volti, riconoscibili fino alle propaggini estreme degli assembramenti, per un’abilità fotografica portentosa. Nutriva la sua attività di passione artistica ma anche di attenzione civile e sociale. Era fortemente attratto dalle atmosfere pittoresche. Quelle in cui l’uomo interagiva con i propri simili negli spazi urbani e rurali, ripetendo gli ancestrali gesti della quotidianità campagnola; e le imprigionava nella lastra sensibile con la loro struggente poesia per tramandarle ai posteri, renderle perenni.
Alfio Cavoli
Nelle parole di Alfio Cavoli ho evidenziato due tratti distintivi dell’opera di Denci: qualità tecnica e valore sociale. Senza nulla togliere alla bontà del lavoro di scansione e stampa, se gli originali non fossero stati nitidi, ben composti ed esposti correttamente non ci sarebbe stata tecnica di Photoshop che li avrebbe salvati.
Le stampe
Le stampe sono eseguite partendo dalle lastre originali in vetro (18×24 cm), lastre che hanno una superficie 50 volte superiore a quella di un fotogramma di pellicola 35 mm (36×24 mm). Il dettaglio registrato e la necessità di minore ingrandimento permettono di riconoscere distintamente persone e particolari anche nelle immagini di più ampio respiro.
Carlo Fè, mi ha fatto da Cicerone e da memoria storica. Mi ha spiegato chi fossero le persone ritratte e mi ha raccontato aneddoti su di loro: un contributo prezioso per legare il passato al presente. Carlo, con la sua esperienza in ambito fotografico e la grande familiarità con il materiale di Denci e Marcello Baraghini, con la sua perseveranza e sensibilità, sono stati divulgatori perfetti, naturali, del lavoro di Adolfo Denci.