Il Sony FE 35 mm f/1.8 è un obiettivo per il sistema Sony mirrorless full frame. È un’ottica luminosa e compatta, con molti pregi e pochi difetti.
Dotazione a corredo
- paraluce a petalo in plastica.
Dimensioni, design, peso, comandi
Le dimensioni e il peso (65,5 mm di diametro, 73 mm di lunghezza e 280 g di peso), considerata anche la massima apertura, fanno di questo grandangolare una scelta ideale per chi cerca un’ottica full frame compatta e leggera. La qualità costruttiva è più che buona, rispetta il design e gli standard degli obiettivi Sony di fascia media.
Sul barilotto sono presenti il pulsante personalizzabile, la levetta per selezionare AF/MF e una ghiera di messa a fuoco ampia. La messa a fuoco manuale è di tipo by wire: la ghiera può ruotare all’infinito e la messa a fuoco manuale sfrutta comunque il motore dell’autofocus. Come nota positiva, si tratta di un focus by wire con risposta lineare che rende ripetibili i rack of focus. Il diaframma è a 9 lamelle.
La distanza minima di fuoco di soli 22 cm, una caratteristica che aumenta la versatilità del Sony 35mm/1.8.
Autofocus
L’autofocus, insieme alla compattezza della lente, sono stati i due aspetti che mi hanno spinto all’acquisto di questo 35 mm, nonostante la spesa non sia proprio indifferente.
L’autofocus continuo (AF-C) con priorità su viso e occhi è portentoso: veloce, preciso e non perde un colpo. Per riprendermi ormai uso quasi esclusivamente questa lente in accoppiata con la Sony A7C, dotata di eye-AF in real time in ripresa video.
Qualità d’immagine
La qualità d’immagine non delude: nitido e utilizzabile anche a tutta apertura. In generale la resa migliora da f/2.8 in poi e fino a f/8 al centro rimane pressoché invariata. Gli angoli sono appena più morbidi a tutta apertura, nulla di così penalizzante comunque, ma anch’essi già da 2.8 diventano più che degni. I bordi, in generale, non raggiungono la stessa qualità del centro a nessun diaframma, ma lo scarto è minimo. Da f/11 (compreso) in poi la diffrazione già inizia a farsi sentire e quindi si nota, anche sul sensore da 24 Mpx della Sony A7C, un abbassamento della qualità d’immagine. Per il resto, l’unica vera differenza fra un diaframma e l’altro è la vignettatura.
Vignettatura
La vignettatura (caduta di luce ai bordi) è sempre presente: più evidente e più “entrante” a tutta apertura, meno presente agli altri diaframmi, ma c’è sempre. Fortunatamente, anche a tutta apertura, non si tratta di una vignettatura incisiva, quindi facilmente rimovibile in postproduzione (o tramite correzioni in camera) senza perdita di qualità.
Distorsione
La distorsione è minima, non vale nemmeno la pena insistere oltre dato che viene corretta agevolmente in postproduzione o tramite profilo interno.
Aberrazioni cromatiche
Le aberrazioni cromatiche sono purtroppo presenti e sono aberrazioni di tutti i tipi. La buona notizia è che vengono rimosse facilmente tramite il profilo in camera o via software in fase di sviluppo dei file RAW; la cattiva è che a volte si tratta di aberrazioni insidiose che, seppur in minima parte, tendono a rimanere, soprattutto nelle parti più periferiche del fotogramma o in situazioni di forte contrasto e nello sfocato.
Nell’uso reale è difficile che diano noia, ma possono essere fastidiose su certi tipi di scatti.
Ghosting, Flare, Sunstar
Il ghosting, soprattutto quando l’obiettivo viene puntato direttamente contro una fonte luminosa, è gestito bene. Invece, le velature e le perdite di contrasto causate dal sole appena fuori dall’inquadratura, oppure proveniente di lato sono, in certe situazioni, più presenti.
L’effetto stellina è nella media: l’effetto si ottiene ma i raggi non sono molto definiti.
Generi principali: a chi consiglio questa lente
Trovo che questo obiettivo possa essere ideale per il fotografo di cerimonia e per gli scatti di ritratto ambientato, a patto di prestare attenzione a eventuali zone ad alto contrasto luminoso.
La compattezza, la grande apertura, l’autofocus veloce e affidabile, la qualità d’immagine più che buona sono i suoi punti di forza.
La presenza di un certo tipo di aberrazioni cromatiche la rendono meno adatta al fotografo paesaggista e di architettura: i rami e le foglie degli alberi in controluce e i bordi di un edificio con un forte contrasto luminoso con lo sfondo sono soggetti non graditi a questa lente.
Esperienza personale: perché ho comprato il Sony 35 mm f/1.8
Da quando ho iniziato a usare la Sony A7C, aggiungere ottiche compatte al mio corredo è stata una scelta quasi obbligata e, considerando che uso la A7C principalmente per riprendermi, acquistare obiettivi con un autofocus eccellente era una priorità. Da questo punto di vista il Sony 35 mm f/1.8 non perde un colpo e sfrutta al meglio l’eye AF in realtime della fotocamera.
Inoltre, vista la compattezza del corpo macchina, anche le dimensioni degli obiettivi da abbinare erano importanti e anche questo aspetto veniva soddisfatto dal grandangolare Sony.
Dopo non pochi dubbi, principalmente dovuti al prezzo, un’offerta interessante mi ha convinto all’acquisto del 35 mm/1.8, scelta di cui non sono affatto pentito visto che soddisfa le mie specifiche necessità.
Considerazioni finali
Il sistema Sony mirrorless è uno dei più ricchi in termini di offerta di ottiche di terze parti, si trovano quindi lenti di qualità anche a prezzi meno elevati rispetto agli originali. L’unico aspetto su cui le ottiche proprietarie restano al momento imbattute è l’AF-C, in particolare quello con priorità su viso e occhi. Per molti questo aspetto potrebbe essere irrilevante, ma quando si fa molto affidamento su questa funzionalità, le opzioni di scelta si riducono notevolmente.
Prezzo
Per me, il prezzo del Sony 35 mm f/1.8 ha costituito un primo ostacolo all’acquisto, ostacolo superato solo perché ho trovato una buona offerta. È anche vero che il prezzo diventa un fattore più o meno rilevante in base all’utilizzo e ai problemi che uno strumento ci permette di risolvere, quindi lascio a voi decidere se questo obiettivo vale, per voi, la cifra che costa.