Digitalizzare negativi e diapositive: scanner dedicati, scanner piani e soluzioni professionali

Convertire le fotografie su pellicola in file da visionare, gestire e archiviare su supporti digitali è una necessità ancora molto sentita. Ma, anche nonostante i continui revival della fotografia “analogica”, le soluzioni disponibili sono sempre meno. Aziende come Nikon e la vecchia Minolta hanno dismesso da tempo prodotti dedicati, prodotti mai rimpiazzati nemmeno dalla concorrenza.

Se escludiamo soluzioni che richiedano l’impiego di fotocamere digitali per rifotografare le pellicole da acquisire, gli strumenti più comunemente usati per la digitalizzazione sono gli scanner. Esistono scanner dedicati all’acquisizione di trasparenti e scanner piani che possono acquisire sia trasparenti sia opachi. Per entrambe le tipologie si trovano soluzioni amatoriali, semi-professionali e professionali. Dei prodotti professionali parlerò alla fine dell’articolo.

Scanner dedicati

Gli scanner dedicati permettono di acquisire le pellicole con una qualità superiore, sia perché hanno un’ottica migliore sia perché non hanno un vetro interposto fra l’obiettivo dedicato all’acquisizione e il fotogramma di pellicola. Ci sono anche altre motivazioni ma per semplificare già queste sono sufficienti. Purtroppo, le ditte che producono ancora scanner dedicati sono pochissime.

Modelli dismessi che hanno fatto “storia”

Minolta produceva i modelli DiMAGE, forse ancora reperibili sull’usato, ma non so quanto consigliarne l’acquisto perché possibili guasti, necessità di parti di ricambio e incompatibilità con i computer recenti ne fanno soluzioni ormai poco praticabili.

Nikon realizzava i mitici Coolscan, scanner da sogno per molti fotoamatori evoluti che offrivano risultati di altissima qualità. Gli ultimi modelli a uscire dal catalogo sono stati il Super Coolscan 5000 per il formato 35mm e il 9000 per formati superiori. Il Coolscan 5000, oltre ad avere qualità altissima, si trovava a un prezzo relativamente contenuto per le sue caratteristiche. Purtroppo, le considerazioni fatte per il Minolta valgono anche per questi Nikon. Un tempo difficili da reperire sull’usato, perché chi li possedeva non li vendeva, oggi vengono per lo più rastrellati in massa da service che offrono servizi di acquisizione. Come ho scritto sopra, non mi sento più di consigliarli a un privato.

Ho digitalizzato il mio archivio di negativi e diapositive con un Nikon Coolscan 4000 che mi venne prestato e la qualità, come si vede dai sample qui sotto, è molto buona.

Modelli in produzione

Plustek OpticFilm

Plustek produce tutt’ora scanner dedicati: gli OpticFilm. Il modello più recente per il formato 35mm è l’8200i. Ho provato questo modello, trovate la recensione qui.

Pur non essendo ai livelli dei Nikon, i risultati ottenuti con il modello OpticFilm 8200i Ai sono accettabili. Non eccelsi, ma accettabili. Inoltre, il costo non è eccessivo (prezzi su Amazon dei modelli OpticFilm 8200i AI e OpticFilm 8200i SE). La differenza tra la versione AI e SE è la dotazione software e lo slide di calibrazione IT8, a livello hardware sono identici.

I punti deboli degli scanner Plustek OpticFilm sono:

  • la necessità di postproduzione dei file acquisiti per arrivare a una buona immagine (sperare di ottenere un buon originale direttamente dal software di scansione può dare risultati deludenti);
  • non hanno una buona capacità di lettura dei dettagli nelle ombre e hanno una certa tendenza alla dominante rossa;
  • la mancanza di un caricatore automatico obbliga a inserire manualmente un frame di pellicola alla volta. Il caricatore da inserire lateralmente nello scanner ospita più di un frame ma lo scorrimento è manuale. Se avete molte pellicole non è la scelta ideale.

Detto ciò, al momento è una delle poche opzioni in commercio e dal prezzo accessibile per quanto riguarda gli scanner dedicati.

L’amico grafico e stampatore professionista nonché esperto fotoamatore Massimo Conti mi ha gentilmente fornito alcune immagini del suo archivio scannerizzate con il Plustek 8200i AI e post prodotte.

Nota: Plustek produce anche uno scanner per i formati superiori al 35 mm, il Plustek OpticFilm 120 (il cui prezzo è molto superiore a quello per i 35 mm) e un modello motorizzato, l’OpticFilm 135, che acquisisce in modo automatico un caricatore di diapositive o negativi. Quest’ultimo modello però ha risoluzione ottica nominale di 3600 dpi contro i 7200 degli OpticFilm 8200i e il numero di frame che può acquisire in automatico è limitato: per le diapositive parliamo di 4 frame. Ha comunque una caratteristica interessante: con un caricatore opzionale permette l’acquisizione di pellicole panoramiche. Invece, il modello 120 è da tempo introvabile e, nonostante l’azienda ne abbia comunicato il ritorno sul mercato, a distanza di diversi anni la situazione non è cambiata.

Reflecta

Reflecta è l’ultimo produttore che menzionerò. In catalogo ha svariati film scanner molto diversi tra loro per prezzo e caratteristiche. Purtroppo non ho avuto modo di utilizzare o visionare scansioni provenienti da queste periferiche e in rete si trovano opinioni abbastanza soggettive e non troppi test.

A livello di costo il diretto concorrente del Plustek è il Reflecta CrystalScan 7200. I modelli immediatamente superiori sono il Reflecta ProScan 10T e, salendo di prezzo, il modello RPS 10M.

Nota: Reflecta commercializza, a un prezzo ben superiore, anche uno scanner per diapositive munito di caricatore motorizzato molto simile a quello dei videoproiettori, il DigitDia 7000. Produce poi uno scanner, per acquisire anche i formati superiori al 35 mm: 6×4,5 | 6×6 | 6×7 | 6×8 | 6×9 | 6×12 cm, l’MF5000.

Scanner piani per pellicole

Alcuni scanner piani (flatbed) permettono di acquisire sia opachi sia trasparenti (pellicole). Questi scanner sono adatti principalmente per digitalizzare grandi quantitativi di negativi e diapositive, oppure per fare provinature a contatto digitali o ancora per ottenere anteprime veloci dei fotogrammi. I risultati qualitativi sono inferiori rispetto a quelli ottenibili con gli scanner dedicati, ma trovano comunque un loro ambito di impiego.

Gli scanner piani offrono vantaggi rispetto ai dedicati per:

  • visionare in anteprima gli scatti. Posizionando sul piano dello scanner più diapositive o negativi (il numero varia in base a quanti il film holder ne può accogliere) ed eseguendo una scansione in bassa qualità si ha subito un’anteprima delle immagini acquisite senza dover caricare manualmente un frame di pellicola alla volta;
  • digitalizzare grandi quantità di immagini destinate alla pubblicazione su web, a stampe di piccolo formato o per un uso a video senza troppe pretese;
  • digitalizzare centinaia o migliaia di foto-ricordo;
  • acquisire pellicole medio formato senza dover spendere cifre onerose come quelle necessarie all’acquisto di uno scanner medio formato dedicato;
  • acquisire anche opachi, siano essi documenti o immagini stampate.

Gli scanner piani non sono una soluzione indicata per:

  • creare un archivio digitale definitivo dei propri scatti, magari con lo scopo di liberarsi degli originali su pellicola per questioni di spazio, degradazione delle pellicole a causa di muffe, funghi o segni del tempo;
  • digitalizzare gli scatti per uso professionale o per buone stampe di formato medio o grande.

Questo perché la qualità di scansione reale che possono offrire gli scanner piani non raggiunge quella di un buono scanner dedicato. Parlo di qualità reale perché sulla carta si leggono valori di risoluzione e densità nominali ben superiori a quelli effettivi.

Modelli in produzione

Epson e Canon continuano a commercializzare i loro modelli di punta.

Il funzionamento dei loro scanner è identico: il coperchio dello scanner accoglie una seconda fonte luminosa coperta da un pannello da rimuovere prima della scansione; dopo aver disposto sul piano di vetro le pellicole si procede all’acquisizione.

Istruzioni scanner Canon CanoScan 8600F
Istruzioni scanner Canon CanoScan 8600F

Canon CanoScan

Canon ha tuttora in catalogo il CanoScan 9000F MKII. Io possedevo il modello precedente, l’8600F. La qualità dell’8600F per i trasparenti non era entusiasmante (vedi sample sotto), ma adatta al mio scopo principale: visionare le pellicole in anteprima.

Il CanoScan 9000F MKII non sono riuscito né a provarlo né a reperire informazioni sicure sulla qualità di scansione. L’unico dato che si trova ripetuto ovunque sul web riguarda la lentezza nelle acquisizioni. I portapellicole forniti consentono di caricare 12 frame di pellicola negativa da 35 mm oppure 4 diapositive 35 mm intelaiate oppure 3 fotogrammi di pellicola 6×6 cm o una pellicola di dimensioni massime 6×22 cm.

Epson Perfection Pro

La gamma di Epson si chiama Perfection Pro. L’Epson Perfection V700/750 Pro fu presentato nel 2006 e fu accolto con gioia da molti fotoamatori visto che al tempo l’unica soluzione valida per acquisire pellicole con una buona qualità erano i costosi modelli di Minolta e Nikon. Il modello piano di Epson consentiva inoltre di acquisire non solo pellicole di piccolo ma anche di medio formato con una promessa qualitativa che doveva equiparare gli scanner dedicati. Il tutto a un prezzo di circa 500 o 600 €: molto meno di un Nikon usato.

Lo scanner venne commercializzato in due versioni: V700 e V750. La 750 a livello hardware differiva per il trattamento antiriflesso del piano di scansione per migliorare ulteriormente le tanto conclamate performance e veniva venduto con un software per l’acquisizione più performante e anche più costoso.

Ma come si comportava nella realtà? Visto il costo, i risultati che permetteva di ottenere ne facevano forse il prodotto con il miglior rapporto qualità/prezzo. Non raggiungeva il livello di uno scanner dedicato, ma per essere uno scanner nato per opachi e trasparenti non si comportava male.

Epson V700/750 e V800/850

Finora ho parlato della versione V700 nonostante oggi siano in commercio la V800 e il V850 perché fondamentalmente, a livello di resa, i vecchi e i nuovi modelli sono rimasti invariati. Ciò che è stato cambiato nella serie 800 sono i telai portapellicole. I nuovi sono dotati di uno speciale vetro che mantiene planari le pellicole, schiacciandole. Per le pellicole che non hanno questo problema il vetro aggiuntivo riduce invece la qualità di acquisizione. Su uno dei siti più noti per i test sui film scanner consigliano di usare i portapellicola del modello precedente per le pellicole non problematiche.

Gli holder forniti permettono di acquisire contemporaneamente 18 fotogrammi (suddivisi in 3 strisce) di pellicola negativa 35 mm oppure 12 telaietti di diapositiva 35 mm. Per quanto riguarda le pellicole medio formato l’area massima di scansione è lunga 20 cm, quindi possono essere scannerizzati contemporaneamente fino a: 4 fotogrammi 4,5×6 cm o 3 fotogrammi 6×6, 2 o 6×7 o 6×9 oppure una panoramica. Infine, è possibile scannerizzare anche formati di pellicole superiori. Per avere più informazioni consiglio la lettura del paragrafo Scanning of medium formats and large formats with the Epson Perfection V800 Photo sul sito filmscanner.info. Il numero di frame 35 mm che si possono digitalizzare e la varietà di formati di pellicole accettati sono decisamente caratteristiche interessanti.

Prezzo

Qui il link per la versione per la versione 850. Se il prezzo sia alto o meno dipende dalle proprie finanze e dalla necessità in termini di costi/benefici di un prodotto di questo tipo. C’è da dire che ciò che si sacrifica in termini qualitativi si risparmia in tempi di acquisizione. Per risparmio in tempi di acquisizione non mi riferisco tanto alla velocità di scansione quanto all’automatizzazione: una volta posizionati nello scanner i negativi o le diapositive e avviata la scansione, fino alla fine del procedimento non c’è da fare altro.

Il costo è molto più elevato del Canon, ma verosimilmente la fascia di prodotto e le prestazioni sono superiori. La considerazione da fare è eventualmente di valutare l’acquisto di un V700/V750 usato, visto che Epson fornisce i driver aggiornati anche per le ultime versioni dei sistemi operativi Windows e Mac.

Alcuni consigli per scansioni migliori

  1. il vero incubo dell’acquisizione di pellicole è la polvere, sia quella presente sul piano sia sulle pellicole: è una lotta impari. Pressoché tutti gli scanner offrono una tecnologia per la rimozione di polvere e graffi che però allunga i tempi di scansione e non funziona con le pellicole in bianco e nero e, di norma, nemmeno con i Kodacrome. Usare un soffietto può essere di grande aiuto.
  2. Per ottenere scansioni più accurate, oltre alla risoluzione di acquisizione, contano i passaggi effettuati dallo scanner. Ogni passaggio in più aumenta però anche la durata della scansione. Vale la pena perdere un po’ di tempo e fare test preliminari per vedere l’effettivo aumento di qualità fra un settaggio e l’altro. Scansioni alla mano sarà possibile decidere quale sia il risultato più adatto alle proprie esigenze in termini di qualità/tempi di scansione e per quali fotogrammi eseguire una scansione più accurata. Delle scansioni multi-passaggio beneficiano in particolare immagini con dettagli nelle ombre e nelle alte luci ma, visto l’aumento dei tempi per ogni passaggio supplementare, con l’esperienza si capirà quando conviene adottare tale tecnica.

Scanner professionali

Le soluzioni professionali di acquisizione sono appannaggio quasi esclusivo dei laboratori. Questo perché parliamo non solo di scanner costosi, ma anche la preparazione e le esecuzioni delle scansioni richiedono materiali e perizia particolare.

Grazie alla disponibilità di Center Chorme, storico laboratorio fiorentino specializzato nella stampa fine art e nella scansione High End di pellicole ho potuto realizzare un video dedicato a questi procedimenti.

Dato che il modo migliore per mostrare i procedimenti e il funzionamento di queste tecnologie è mostrare come funzionano vi rimando al video e alle parole di Luca (Centerchrome) per la spiegazione dei procedimenti.

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VIDEO: Scanner a tamburo per la stampa fine art.

Scanner professionali utilizzati da Centerchrome

Il laboratorio utilizza tre scanner professionali che sfruttano tecnologie differenti:

  • un Imacon Flextigh con tecnologia CCD;
  • uno Smart 320 della Scitex, sempre con tecnologia CCD in grado di acquisire anche opachi;
  • uno scanner a tamburo ICG che utilizza la tecnologia del fotomoltiplicatore.

Lo scanner a tamburo è quello che offre i risultati migliori: può scansionare trasparenti (negativi e diapositive) fino al grande formato, ma richiede una preparazione particolare sia in termini di allestimento dei materiali da digitalizzare sia da parte dell’operatore.

Dato che lo scanner a tamburo è il fiore all’occhiello del laboratorio, è proprio di questa tipologia che si parla di più nel video. L’operatore mostra passo passo come si preparano i negativi da montare nel cilindro dello scanner a tamburo e come vengono poi acquisite le immagini tramite il software e l’elaboratore.

Per maggiori informazioni sui servizi di stampa e scansione offerti da Center Chrome non esiste a contattarli: trovate tutti i loro link nella descrizione del video.

Conclusione

A distanza di anni ho ripreso in mano gli articoli dedicati alla scansione di pellicole fotografiche e li ho rivisti e riuniti in un solo testo. Il mio scopo è sempre stato quello di fare una panoramica illustrando problematiche e soluzioni che mi sono trovato ad affrontare in prima persona negli anni. Purtroppo, non tutti sono ricordi freschi, sono andato un po’ a memoria e ho consultato articoli che ricordavo affidabili.

Non sono entrato nel merito di settaggi specifici per questo o per quel programma sia perché non li ricordo, sia perché non ho testato tutti i software di scansione disponibili. I software di scansione meriterebbero un articolo a parte, ma mi mancano sia il materiale sia l’esperienza d’uso, quindi rischierebbe di diventare qualcosa che non sarebbe né utile né affidabile.

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4 risposte

  1. Alla fine forse la soluzione casalinga più logica sarebbe quella di organizzarsi (spendendo molto meno visto che tante attrezzature necessarie le abbiamo) con fotocamere e obiettivo macro (o normale con tubi di prolunga), treppiede con colonna centrale reclinabile a 90° (un diffusissimo Manfrotto 190 X ProB), tavoletta luminosa e digitaliza o similari. La ‘perdita di tempo’ è approntare il tutto con i giusti riferimenti da poter poi ripetere come routine. Ma l’acquisizione è immediata.

    1. A livello qualitativo, fotografare i frame di pellicola, può dare anche risultati di alta qualità. Nella pratica però ottenere risultati buoni non è scontato: ci sono alcune problematiche da risolvere con cui ci si scontra al momento di mettere in atto l’operazione. Detto questo, anche se non li ho mai provati di persona, ho visto che si trovano in commercio sempre più dispositivi (adattatori) per semplificare la parte dell’acquisizione. Concordo sul fatto che se si è in possesso della maggior parte delle attrezzature per la digitalizzazione tramite fotocamera, cercando qualche informazione in rete per ottimizzare il setup, è un esperimento da fare. Dopo di che si può valutare se questa soluzione è adatta alle proprie nececessità.

    2. Salve, possiedo 2 fotocamere analogiche, e mi piacerebbe acquistarne un’altra, vorrei tanto riprendere i rullini e scattare, ma la domanda è: che senso ha fotografare una seconda volta un negativo o dia (operazione che già ho fatto alcune volte)? Tanto vale scattare in digitale una volta sola e con tutta la qualità disponibile… A me basterebbe scattare rullini in bianco e nero, ma quello che è altamente frustrante che li porti a sviluppare e ti consegnano delle porcherie, quindi mi dico, tanto vale scattare in digitale e in PP aggiusti i file. E aimè le reflex analogiche continuanio a rimanere in una scatola… Saluti.

      1. Salve Mirko, abbiamo esigenze e interessi diversi e modi differenti di fare le cose. Una tecnologia non esclude l’altra anzi, personalmente apprezzo la libertà che abbiamo quando si hanno a disposizione più opzioni e più modi per combinarle. Ognuno così è libero di seguire la strada che preferisce.
        Sui laboratori, magari ce ne saranno meno di un tempo ma esistono anche quelli che lavorano bene. Buona giornata.

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