Fotografare con pellicole cinematografiche Kodak da DP66

Ho fotografato con pellicole negative a colori e in bianco e nero, con pellicola diapositiva a colori ma fino al mese scorso non avevo mai utilizzato pellicola cinematografica. Non ci avevo nemmeno mai pensato fino a quando – alcune settimane fa – ricevetti una mail dai ragazzi di DP66 che mi proponevano: ti va di provarle?

DP66 di Emilio Donadio

DP66 è una realtà fotografica radicata a Salerno dal 1966. Una lunga esperienza che si è trasformata nel tempo e oggi si presenta come un workspace ecofriendly dedicato alla fotografia analogica e digitale.

Dopo un primo contatto via mail abbiamo fatto un paio di lunghe chiacchierate al telefono per conoscerci meglio. Ho trovato il progetto di DP66 interessante e anche lo scambio a livello umano è stato fin da subito disteso e piacevole quindi sono stato felice di provare i loro prodotti e servizi.

L’analogico sta andando forte ma…

La fotografia su pellicola oggi sta vivendo una fase particolarmente vivace attraendo a sé sia persone che sono nate (fotograficamente o anagraficamente) con il digitale, sia chi la passione per l’analogico non l’ha mai persa. Però, il tessuto di servizi legati alla fotografia chimica, dopo anni di totale predominio digitale, è logoro.
Ciò non significa che non esistano più laboratori per sviluppare le pellicole o che non si trovino più i rullini, ma è avvenuta una forte polarizzazione.

Principali tipologie di laboratori

Da una parte abbiamo servizi offerti da grandi catene: poco flessibili con cui non è possibile avere un dialogo e che troppo spesso non dedicano l’attenzione necessaria al trattamento dei materiali. Dall’altra centri che lavorano per il mondo professionale ma che hanno costi calibrati sulla clientela di professionisti che guadagnano con la fotografia e che possono scoraggiare l’utente che si vuole avvicinare al mondo analogico o vuole scattare qualche fotogramma per il piacere di farlo.
Uscendo dal circuito della grande distribuzione spesso anche le tempistiche subiscono rallentamenti. Laboratori che lavorano bene ma con volumi ridotti, prima di approntare un bagno di sviluppo fresco, aspettano di avere raccolto un certo numero di rullini e, lo dico per esperienza personale, aspettare anche tre settimane prima di avere indietro le pellicole sviluppate non è un’eccezione. E i costi restano comunque quelli da fornitori di servizi rivolti al mercato professionale.

Una terza via

È in questo scenario che arriva il primo contatto telefonico con DP66. Sarà che a livello umano si è creato fin da subito un clima piacevole, sarà che ho provato subito un grande entusiasmo e interesse per il loro progetto, fatto sta che a distanza di pochi giorni da quella (lunga) chiacchierata mi sono trovato in mano tre rullini ribobinati di pellicola cinematografica.

In questo articolo parlerò di pellicola cinematografica ribobinata e del suo sviluppo, ma il progetto di DP66 non si limita a questo. Offre anche altri servizi relativi al trattamento delle pellicole, esegue lavorazioni per note aziende di settore ed è in continua evoluzione. Tutto senza perdere di vista l’obiettivo di offrire uno spazio in cui gli amanti della fotografia possano sentirsi a proprio agio e possano praticare in modo sostenibile la propria passione. Per conoscerli meglio, se non avete modo di andarli a trovare fisicamente in sede a Salerno, potete contattarli tramite il loro sito.

Pellicole cinematografiche Kodak ribobinate da DP66
Pellicole cinematografiche Kodak ribobinate da DP66

Pellicole cinematografiche ribobinate per utilizzo fotografico

Le pellicole cinematografiche Kodak Vision sono prodotti di alta qualità rivolti al mercato professionale. Sono pellicole negative utilizzate in produzioni di alto livello, la Double-X in bianco e nero – per dire – è la stessa utilizzata da Christopher Nolan in Oppenheimer (nelle sequenze non a colori).

Sono pellicole caratterizzate da un’ampia gamma dinamica e ottimizzate per la scansione. La 250D e la 500T hanno uno strato antiriflesso (remjet), necessario per migliorarne il comportamento nelle macchine da presa cinematografiche, che conferisce loro una consistenza maggiore. La robustezza superiore è fondamentale nell’uso nelle macchine da presa che riprendono normalmente a 24 fotogrammi al secondo. La pellicola che avanza velocemente e in modo continuo è soggetta a stress meccanici più importanti rispetto al comune utilizzo fotografico. Quando si vanno a caricare nella fotocamera si percepisce infatti una maggiore rigidità rispetto alle pellicole fotografiche.

La ribobinatura

Il processo di ribobinatura consiste nel partire dalla bobina di pellicola, tagliarla e inserirla nei rullini, in questo caso in formato 135 (35mm). Parliamo di pellicole fresche che al momento dell’arrivo in laboratorio hanno una data di scadenza a distanza di tre anni. E, considerando l’attuale flusso di lavoro, le pellicole in vendita non si avvicinano nemmeno a tale data. Si tratta quindi di pellicole non scadute che mantengono un comportamento costante nel tempo: quando avete preso confidenza con una pellicola otterrete risultati ripetibili.

I rullini in vendita sono da 30 pose, una via di mezzo tra le classiche 24 e 36. La scelta del numero ha in parte ragioni tecniche: una pellicola più spessa occupa più volume; in parte, soprattutto per chi non viene dall’analogico, 36 pose possono sembrare un’attesa troppo lunga prima di poter vedere i risultati.

Double-X, rullino 35mm, 30 pose
Double-X, rullino 35mm, 30 pose

Le pellicole

Al momento sul sito sono disponibili tre tipi di pellicole, due a colori e una in bianco e nero.

  • Kodak Vision 3 250D, dove D sta per daylight, tarata per luce diurna. Si presta molto bene all’uso in fotocamere compatte che non hanno la possibilità di impostare manualmente la sensibilità ISO. Questo perché in assenza di un codice DX la sensibilità viene impostata (quasi sempre) su 100 ISO e questa 250D – così come le altre due pellicole – hanno almeno uno stop di tolleranza sull’esposizione nominale.
    Questa, come l’altra pellicola a colori (500T) invitano alla sperimentazione: i risultati sono prevedibili a parità di condizioni di esposizione, ma lasciano spazio alla creatività nel momento in cui si sperimenta.
  • Kodak Vision 3 500T (Tungsteno). Si tratta di una pellicola “più veloce” rispetto alla 250D, tarata per i 3200K. In condizioni di luce diurna, senza l’utilizzo di filtri, restituisce immagini più “fredde”. Nonostante i 500ISO la resa del dettaglio è netta.
    Utilizzando un filtro 85B si può riportare la pellicola a una resa per luce diurna, anche se il filtro 85B toglie circa 2/3 di stop andando a ridurre il vantaggio in termini di ISO (nominali) rispetto alla 250D.
    Anche la 500T ha un look caratteristico e un comportamento costante – a parità di condizioni – ma lascia ampio margine alla sperimentazione. Variando l’esposizione può verificarsi la comparsa di dominanti che conferiscono un look differente alle immagini.
  • Kodak Double-X 250. Pellicola in bianco e nero che restituisce immagini definite, ha una gamma dinamica estesa e una grana decisamente piacevole.

Le fotocamere

Per scattare ho utilizzato una compatta Olympus XA2 in cui ho caricato la Kodak Vision 3 250D. La Olympus XA2 è assimilabile a una punta e scatta e il sistema esposimetrico si comporta bene. Ho impostato una sensibilità di circa 250ISO e ho lasciato fare il resto alla fotocamera. Mi sono dedicato solo alla composizione.

La Kodak Vision 3 500T e la Double-X 250 le ho caricate in due fotocamere reflex Olympus OM10 dotate dell’accessorio manual adapter che permette di impostare anche i tempi di scatto in modo da avere il completo controllo manuale dell’esposizione.

Olympus OM10 con Manual Adapter
Olympus OM10 con Manual Adapter

Dopo lo scatto

Finito di scattare ho spedito le pellicole a Salerno, a DP66. Le due pellicole cinematografiche a colori vengono sviluppate con processo ECN-2.
Dall’arrivo delle pellicole in 24/48 ore i rullini vengono sviluppati e viene inviata una scansione valutativa dei fotogrammi adatta alla condivisione sui social e all’uso sul web. Nel video su YouTube ho utilizzato le scansioni valutative come mi sono arrivate dal laboratorio quindi potete farvi un’idea di come si presentano.

Sempre nel video su YouTube ho pubblicato molti scatti realizzati con le tre pellicole. Nelle ultime settimane ho deciso che negli articoli sul blog mi concentrerò su aspetti più tecnici e descrittivi, magari non trattati nel video, ma pubblicherò le fotografie solamente nel video su YouTube.

La scansione permette di avere subito le immagini che possono essere usate anche per la condivisione.

Ho poi chiesto la restituzione dei negativi, cosa che non a tutti mi dicono interessare, ma io sono della “vecchia scuola” 😀 .

VIDEO: Fotografia con pellicole cinematografiche con DP66
VIDEO: Fotografia con pellicole cinematografiche con DP66

Esperienza

Erano anni che non mi dedicavo così tanto alla fotografia su pellicola e non perché non ne avessi più avuto voglia ma non ero più riuscito a trovare un laboratorio per sviluppare le pellicole che soddisfacesse le mie esigenze. Ho provato servizi da grande distribuzione, poco flessibili e con risultati che non mi soddisfacevano, e – per scattare qualche rullo per puro piacere – non volevo affrontare la spesa di un laboratorio rivolto al mercato professionale (senza considerare che quelli a cui mi rivolgevo quando lavoravo con la pellicola non sono più in attività).
Questa estate sono arrivato anche a fare qualche sviluppo in proprio (non potevo scegliere periodo peggiore visto che non potevo farlo in ambienti a temperatura controllata) ma, a parte il fatto di limitare le opzioni al solo trattamento di pellicole in bianco e nero, sviluppare pochi rullini l’anno e a distanza di tempo rende poco pratico ritirare fuori tank, spirali e chimici che non durano molto una volta aperti.

Aver fatto la conoscenza di DP66 mi ha dato il piacere di rilassarmi scattando di nuovo in pellicola ma anche la tranquillità di sapere che potrò tornare a scattare la mia manciata di rullini in bianco e nero e a colori durante l’anno sapendo dove farli sviluppare. Come dicevo all’inizio, l’analogico sta andando di nuovo forte, ma se mancano i laboratori dove far trattare le pellicole in modo e con tempi degni il piacere di scattare non trova poi una conclusione.

La fotografia è viva e in continuo mutamento

Il servizio di sviluppo con scansione immediata e l’aver appreso che non tutti sono più interessati a ritirare i negativi sviluppati mi hanno dato l’ennesima occasione per riflettere su come la fotografia sia viva e sempre in continuo mutamento.

Quando si parla di fotografia su pellicola il mio pensiero va automaticamente a un periodo ben preciso, a quello in cui caricavo i primi rullini a quello in cui la fotografia era esclusivamente una passione. Ma i tempi cambiano. Quando iniziai a parlare con persone che, nate con la fotografia digitale, non avevano mai caricato un rullino rimanevo sorpreso, oggi non la trovo più una cosa a cui fare caso, anzi trovo più in linea con i tempi che chi ha iniziato a fotografare in anni relativamente recenti non lo abbia fatto.

Allo stesso modo non trovo strano che chi si sta avvicinando per la prima volta alla fotografia analogica come esperienza lo faccia filtrando la pratica attraverso quelli che sono gli strumenti e i mezzi che oggi sono quasi imprescindibili come la condivisione con le proprie cerchie o quella sui social network. Anche per questo motivo vedo i servizi offerti da DP66 e i prezzi (che non costituiscono una barriera in ingresso) perfettamente attuali. Ovviamente senza che lo sguardo al nuovo vada a intaccare le aspettative di coloro che continuano a vivere la pellicola come hanno sempre fatto e cercano un laboratorio che possa supportare la propria passione.

Funzionamento del servizio

Sul funzionamento: per chi si reca direttamente in laboratorio non c’è molto da dire. Ma siccome la maggior parte delle lavorazioni provengono dagli ordini online, vediamo come funzionano.
L’acquisto delle pellicole ribobinate dal loro sito è un normale ordine di prodotti online. Finito di scattare, sempre dal loro sito, si può acquistare lo sviluppo con scansione valutativa in 24/48 ore dall’arrivo in sede dei materiali. Una volta acquistato il servizio (durante l’ordine si possono aggiungere note di lavorazione) si seguono le istruzioni per la spedizione delle pellicole e l’eventuale restituzione. Al termine del procedimento di trattamento si riceverà una comunicazione con un link a un drive per scaricare le immagini.

Per abbassare i costi ambientali che la fotografia analogica e quella digitale hanno, il servizio scelto per l’invio delle immagini ha un comportamento virtuoso, attento ridurre l’impatto ambientale che hanno i server.

Costi delle pellicole e del servizio di sviluppo e scansione

Il costo delle pellicole ribobinate è più che onesto considerando anche che parliamo di pellicole cinematografiche professionali di alta qualità. Se avete acquistato recentemente pellicole o siete/eravate abituati a fotografare con pellicole professionali sapete quali sono i costi dei materiali. I rullini venduti da DP66 hanno un prezzo contenuto.

Anche il costo del servizio, considerando il valore aggiunto della scansione valutativa e la rapidità con cui viene fatto, è decisamente accessibile.

Sul loro sito web trovate tutti i prezzi in chiaro sempre aggiornati. E, per ogni dubbio o informazione, non esitate a contattarli.

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