Per digitalizzare negativi e diapositive serve uno scanner (dedicato o predisposto anche per i trasparenti) oppure una fotocamera (digitale). Degli scanner (amatoriali, semi-professionali e professionali) e del loro utilizzo ho parlato in altri articoli. Di seguito presenterò invece un metodo semplice ed economico per la digitalizzazione di pellicole 35mm e medio formato (120) utilizzando una fotocamera.
Non avevo parlato prima di come digitalizzare pellicole utilizzando la fotocamera perché non avevo individuato una soluzione che fosse pratica quanto uno scanner. Anzi, nello specifico, si tratta forse di una soluzione più pratica e veloce di uno scanner.
Il marchio JJC, che utilizzo da diversi anni, ha in catalogo due kit che semplificano al massimo l’acquisizione rendendo accessibile il procedimento anche a coloro che hanno meno esperienza.
FDA-S1 e FDA-S2: i due kit di JJC per digitalizzare negativi e diapositive con la fotocamera
La prima stesura di questo articolo risale a novembre 2024 quando JJC mi inviò il primo dei due Film Digitizing Adapter (FDA-S1) da provare.
A distanza di alcuni mesi JJC ha introdotto una seconda soluzione (FDA-S2), che non sostituisce la prima. Questo secondo kit si differenzia infatti dal primo per due aspetti:
- la compatibilità con l’attrezzatura fotografica utilizzata;
- il formato delle pellicole da digitalizzare.
Avendomi inviato anche questa seconda soluzione da testare ho deciso di riunire in un unico articolo le prove dei due kit. Di entrambi i prodotti trovate anche due video-recensioni su YouTube (i link sono all’interno del testo).
Come si fa a digitalizzare una pellicola
Per digitalizzare una pellicola dobbiamo posizionare una fonte di illuminazione dietro la pellicola e poi acquisire (fotografare) il negativo o la diapositiva in controluce. Il sistema da utilizzare sarà quindi composto da una luce, dalla pellicola e dalla fotocamera poste sullo stesso asse.
Sulla carta nulla di apparentemente complesso. Le difficoltà arrivano al momento di mettere in pratica il sistema. La fonte di luce deve illuminare uniformemente il fotogramma ed essere diffusa, la pellicola va posta alla giusta distanza dalla fotocamera e, non meno importante, il sensore della fotocamera e la pellicola devono essere (perfettamente) paralleli. Bastano queste tre condizioni per capire quanto passare dalla teoria alla pratica possa diventare complesso.
Ma, come ho anticipato, i sistemi all-in-one di JJC per digitalizzare pellicole risolvono tutti questi problemi.
Partiamo dal primo sistema.
1. Digitalizzare negativi e diapositive 35mm con la fotocamera: JJC FDA-S1
Componenti
Il sistema è modulare ed è composto da:
- una luce led con diffusore incorporato e innesto per i porta-negativi/diapositive (35mm) [1];
- un adattatore con innesto per i porta-negativi/diapositive (formato 35mm) davanti al quale si può montare un diffusore opalino (incluso) [2];
- due distanziatori per accoppiare la fonte luminosa (led) con adattatore [3];
- due distanziatori in metallo (filettatura da 52mm) rivestiti internamente in materiale antiriflesso [4];
- un set di anelli adattatori di raccordo (62-52mm, 67-52mm, 55-52mm, 46-52mm, 49-52mm, 58-52mm) [5];
- due porta-pellicole [6];
- un comando a filo per controllare la luce led con tre bottoni (diminuzione e aumento intensità della luce, on/off). Il cavo del comando serve anche per collegare la luce led (tramite porta USB) a una fonte di alimentazione 5V/2A (per esempio un power bank. Fonte di alimentazione non inclusa) [7].
Tre configurazioni
Il kit può essere configurato in tre modi.
1. Configurazione completa
Sfrutta tutti i componenti tranne il diffusore opalino separato. È la configurazione più interessante e quella di cui parlerò diffusamente nell’articolo.
2. Luce led + fotocamera
Prevede il solo utilizzo della luce led con diffusore incorporato. Questo componente ha sia una filettatura da ¼” per essere montato su uno stativo, sia un supporto posteriore estraibile per essere appoggiato inclinato su un piano. Dopo aver inserito le pellicole nell’apposito adattatore si inserisce il porta-pellicole carico nella guida dell’illuminatore e si fa scorrere davanti alla luce. Quando il porta-pellicole è in posizione (il fotogramma si trova di fronte alla luce led) sentirete uno scatto. Alimentate l’illuminatore led collegando il telecomando alla luce da una parte e a una fonte di alimentazione dall’altro. Posizionate la fotocamera alla giusta distanza per lo scatto. Dovete cercare di riempire (o quasi) l’inquadratura con il fotogramma di pellicola in modo da non sprecare pixel. Se digitalizzate negativi a colori può essere utile includere una parte non impressionata del fotogramma (area trascinamento pellicola) per effettuare la correzione colore in fase di inversione.
3. Adattatore + distanziatori/anelli di raccordo + fotocamera
Se volete sfruttare una fonte luminosa differente da quella fornita nel kit montate l’adattatore dotato di guida per porta-pellicole, il diffusore opalino da innestare a pressione, i tubi distanziatori e avvitate il tutto sull’obiettivo tramite l’anello di raccordo. L’anello di raccordo da utilizzare sarà quello con la filettatura compatibile con quella dell’ottica che state utilizzando. Inserite nei caricatori i negativi o le diapositive da digitalizzare e fate scorrere il caricatore nel supporto sull’adattatore. Uno scatto vi confermerà che il fotogramma è in posizione. Utilizzate una fonte luminosa alternativa al led fornito con il kit per illuminare il fotogramma da digitalizzare.
Obiettivi da utilizzare
Per digitalizzare negativi e diapositive vi servirà un obiettivo in grado di mettere a fuoco a distanza ravvicinata. La scelta migliore è un obiettivo macro. Potreste anche utilizzare dei tubi di prolunga per far sì che un’ottica non macro metta a fuoco a distanza ravvicinata ma tutto si complicherebbe e vanificherebbe la praticità di questo sistema. Quindi, nell’ottica di sfruttare al meglio questo kit, l’impiego di un obiettivo macro penso sia la scelta migliore.
Assemblaggio (configurazione completa)
Nella confezione trovate due fogli: le istruzioni e una tabella che indica quali distanziatori e adattatori montare se si utilizzano alcune configurazioni fotocamera/obiettivo molto diffuse.
Nel mio caso, utilizzando una fotocamera Sony full frame e l’obiettivo Sony 90mm f/2.8 Macro ho montato l’anello #1 (attaccato all’adattatore con il sistema di scorrimento per i porta-pellicole), due anelli #2 e il raccordo #3. L’obiettivo Sony 90mm Macro per full frame richiede il maggior numero di distanziatori. Altre configurazioni sono molto più compatte.
Se la vostra attrezzatura non rientra fra le configurazioni elencate potrebbe essere comunque possibile adattarla. In alternativa potete utilizzare il kit nella modalità descritta al punto 2 delle configurazioni possibili (luce led + fotocamera). Oppure optare per il secondo kit di cui parlo più avanti, il Film Digitizing Adapter Set 2 (FDA-S2).
Per evitare di stressare inutilmente la filettatura sull’obiettivo, assemblate il tutto partendo dalla luce led. Unite il blocco con la luce led al blocco adattatore tramite i due connettori sagomati. Montate tubi di prolunga e adattatori necessari e avvitate il tutto sull’obiettivo.
Gli anelli in metallo danno solidità e il set completo resta comunque leggerissimo (anche nella configurazione più estesa che impiega più componenti). Utilizzandolo non ho percepito alcun rischio di stress per la filettatura sull’obiettivo.
Lunghezza dei distanziatori e configurazioni personalizzate
Ho misurato con un calibro la lunghezza dei distanziatori. Con queste informazioni, chi volesse capire se può adattare un sistema fotocamera-obiettivo differente da quelli indicati può farsi un’idea della fattibilità. Nella misurazione non ho tenuto conto della filettatura delle componenti perché andando a inserirsi l’una all’interno dell’altra non va considerata. Tenete conto di una leggera discrepanza dovuta all’anello di raccordo. In ogni caso, l’adattatore solidale con il distanziatore #1 offre un range di comporto (essendo regolabile).
Per capire se il sistema può fare al caso vostro realizzate un ritaglio di carta della dimensione di 36x24mm (fotogramma di pellicola) e verificate se la distanza alla quale riuscite a includerlo nell’inquadratura è compatibile con quella raggiungibile tramite i distanziatori.
Posizionamento
Una volta assemblato il tutto, potete appoggiare il sistema su un tavolo, orizzontalmente, in modo che la base piatta della luce led (quella con la filettatura da ¼”) e la parte inferiore della fotocamera siano entrambe stabili sullo stesso piano. Per ridurre qualunque possibile rischio di sforzare gli attacchi ho messo un foglietto di carta piegato sotto l’obiettivo in modo da aggiungere un terzo punto di appoggio tra fotocamera e obiettivo. L’ho fatto più per tranquillità che per reale necessità (e perché la configurazione con il Sony 90mm macro è una di quelle che richiede più distanziatori).
Sconsiglio di appoggiare il sistema in verticale se macchina e obiettivo sono pesanti o sono richiesti tutti i distanziatori. Se utilizzando fotocamere e obiettivi leggeri e se non dovete impiegare tutti gli anelli magari potete valutare l’opzione.
Caricamento
Una volta posizionato il tutto, collegate il comando alla luce led da una parte e all’alimentazione (5V/2A) dall’atra. Caricate i negativi o le diapositive da digitalizzare nel porta-pellicole dedicato e, tenendo fermo l’adattatore, fate scorrere il porta-pellicole nella guida fino a che il fotogramma non si trova in posizione.
Poi accendete la luce led (con il bottone centrale sul telecomando) e la fotocamera: dovreste vedere il fotogramma inquadrato (dopo aver messo a fuoco).
Porta-pellicole
Il kit comprende un porta-negativi che può accogliere una striscia con un massimo di sei fotogrammi e un porta-diapositive che può accogliere due diapositive intelaiate.
Mentre il porta-negativi va estratto completamente per caricarlo perché si apre a libro, il porta-diapositive potreste anche non estrarlo mai del tutto. Fotografate una diapositiva, poi fate scorrere in sede l’altra e, senza sfilare il caricatore, togliete la diapositiva già fotografata e ne inserite un’altra da digitalizzare. E così via.
Nota:
- Anche la luce led è dotata di innesto per il porta-pellicole, ma quando utilizzate la configurazione completa inserite il caricatore nella guida dell’adattatore perché più vicino all’obiettivo e più lontano dalla luce led che un po’ di calore lo emette. Inserite il porta-pellicole direttamente nel supporto della luce led solo nella configurazione indicata in precedenza al punto 2.
- Non lasciate le pellicole esposte alla luce led più del necessario.
- Prima di ogni caricamento soffiate via la polvere dalle pellicole e dal porta-pellicole con un soffietto manuale.
Consigli per l’acquisizione (impostazioni principali)
- Prima di inserire il porta-pellicole, ma dopo aver montato il sistema completo, accendete la luce led, accendete la fotocamera e fate un bilanciamento del bianco personalizzato sulla luce led.
- Impostate la sensibilità ISO più bassa che potete e acquisite in RAW (non obbligatorio ma consigliato).
- Utilizzate diaframmi intermedi, indicativamente f/5.6 o f/8. Se l’apertura massima del vostro obiettivo macro è f/5.6 allora chiudete di uno stop (o due). Fate eventualmente una prova con due diaframmi digitalizzando uno stesso fotogramma e poi optate per quello che in termini di qualità (dettaglio) e uniformità generale vi soddisfa di più.
- Potete impostare la macchina su manuale o su priorità di diaframmi. In questo secondo caso utilizzate il controllo di compensazione dell’esposizione per regolare i tempi di scatto. La cosa più importante è non perdere informazioni nelle luci e nelle ombre. Per regolare l’esposizione potete anche agire sull’intensità della luce led tramite il telecomando (personalmente non l’ho fatto).
- Se la macchina e l’obiettivo lo consentono, utilizzate la messa a fuoco automatica (autofocus).
- Disabilitate l’eventuale stabilizzatore d’immagine (sia esso sul sensore o sull’obiettivo).
- Se necessario, allentate il nottolino posto sopra l’adattatore, ruotate l’adattatore per far sì che il fotogramma da acquisire sia “in bolla”, bloccate nuovamente il nottolino. Quando allentate il nottolino l’adattatore può essere spostato anche in avanti/indietro.
Dopo l’acquisizione
Una volta acquisiti i fotogrammi è il momento di passare i file sul computer per ritagliare, invertire (solo per i negativi), regolare.
Le situazioni da affrontare possono essere tre: negativi in bianco e nero, negativi a colori, diapositive (per lo più a colori).
IMPORTANTE: Tutte le immagini nell’articolo sono compresse e in qualità bassissima. Nel video su YouTube potete apprezzarle in qualità e dimensione superiori. Utilizzare la fotocamera per digitalizzare le pellicole può restituire ottimi risultati.
Negativi in bianco e nero
Invertite l’immagine e avrete un positivo in bianco e nero. Convertite l’immagine da colori a monocromatica (con il metodo che preferite), regolate la gamma tonale per il punto di bianco e di nero, il contrasto e decidete se fare altri interventi di finalizzazione.
Negativi a colori
I negativi a colori necessitano di un passaggio in più perché la sola inversione non basta per ottenere un’immagine corretta. Se avete già esperienza di digitalizzazione di negativi a colori sapete di cosa parlo. La cosa più pratica per riportare le cromie ai valori corretti è utilizzare un software di terze parti.
Software
Ne esistono di gratuiti e a pagamento.
Uno gratuito (volendo potete fare una donazione per supportarne lo sviluppo) è Grain2Pixel e si integra con Adobe Photoshop dalla CC 2019 in poi. L’ho usato personalmente con buoni risultati. L’istallazione, in particolare su macchine MacOs, e l’utilizzo si allontanano un po’ da ciò a cui siamo abituati oggi, ma sul sito trovate dei video-tutorial che spiegano tutto, basta un po’ di pazienza.
C’è poi Negative Lab Pro, a pagamento, è molto conosciuto tra coloro che digitalizzano pellicole, ma funziona solo in abbinamento con Lightroom Classic e, non utilizzando LR, non l’ho mai provato.
Infine, segnalo Film Lab, a pagamento, anche in abbonamento mensile. Devo ancora provarlo. Ha una interfaccia indipendente da altri software quindi non vi vincola a uno dei prodotti Adobe indicati.
Diapositive a colori
Se avete fatto un corretto bilanciamento del bianco siete già un passo avanti, le diapositive non vanno invertite. Dovrete: regolare l’esposizione, eventualmente perfezionare il bilanciamento cromatico (ma non è detto) ed eseguire eventuali interventi simili a quelli che fareste su un file digitale a colori.
Punti di forza del kit JJC per digitalizzare pellicole 35mm
La semplicità ma anche la praticità d’uso mi hanno portato a considerare questo sistema e a parlarne.
È un sistema completo, compatto, facilmente trasportabile e che non necessita di componenti o supporti esterni: questo fa sì che digitalizzare pellicole utilizzando la fotocamera sia accessibile anche a chi ha meno esperienza o attrezzature accessorie.
Per me la svolta è poter appoggiare il sistema sul tavolo senza dovermi preoccupare di stativi verticali, supporti non perfettamente stabili e allineamenti che pregiudicherebbero la riuscita di una buona digitalizzazione. Nel kit JJC viene fornita anche una luce incorporata di dimensioni adeguate, il che non stanca la vista e semplifica ulteriormente la procedura.
La luce led è diffusa uniformemente e la sua dimensione è superiore a quella del fotogramma da acquisire. In questo modo non si hanno cadute di luce agli angoli del fotogramma: l’illuminazione è omogenea.
Quasi tutte le fotocamere moderne e gli obiettivi macro permettono di digitalizzare fotogrammi di pellicola con una qualità d’immagine elevata e i tempi di acquisizione del singolo fotogramma sono velocissimi.
Il sistema nel complesso è pratico, leggero ma anche solido. Basta una piccola scrivania e non servono supporti o luci accessorie e, una volta finito, torna ordinatamente nella sua piccola confezione.
La predisposizione per alcune configurazioni molto diffuse ne fa un prodotto adatto anche ai meno esperti.
Punti deboli
I porta-pellicole, in plastica, sembrano un po’ delicati, ma non mi hanno dato problemi.
A parte questa spigolatura, non mi viene in mente altro da segnalare.
Da considerare
L’unico aspetto che va considerato è che trattandosi di una soluzione quasi totalmente dipendente dalla periferica di acquisizione (fotocamera e obiettivo), la resa qualitativa sarà direttamente proporzionale alla qualità del mezzo usato. Anche la dimensione dei file ottenuti dipenderà dal numero dei pixel del sensore.
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2. Digitalizzare pellicole 35mm e medio formato con la fotocamera: il kit “universale” JJC FDA-S2
Tutte le operazioni pratiche, compreso l’assemblaggio e il funzionamento sono mostrate in modo più esteso nel video su YouTube. Utilizzerò l’articolo per una panoramica generale e, soprattutto, per trattare alcuni aspetti utili che non ho trattato nel video e per alcune considerazioni anche alla luce dei primi feedback che ho ricevuto.
Perché un secondo kit
Il kit di cui ho parlato nella prima parte dell’articolo semplifica al massimo l’operazione di digitalizzazione perché pone automaticamente il fotogramma alla giusta distanza e ne assicura il parallelismo con il sensore della fotocamera. Un sistema così pratico ha una sola limitazione: è calibrato su alcuni specifici obiettivi macro. Ciò non vuol dire che non sia compatibile con ottiche differenti da quelle indicate, ma per capire se quelle in proprio possesso possono andare bene bisogna fare qualche calcolo. Nella prima parte dell’articolo ho fornito indicazioni per capire quali obiettivi si possono utilizzare pur non essendo tra quelli riportati come compatibili, ma posso immaginare che non tutti vogliano fare questa operazione di verifica o che, dopo averla fatta, abbiano costatato che il kit non è adatto alla propria attrezzatura.
Vediamo quindi la seconda soluzione.
Film Digitizing Adapter Set 2
Il nuovo kit (FDA-S2) può essere utilizzato con la maggior parte degli obiettivi che possono mettere a fuoco a distanza ravvicinata. Con questa formula mi riferisco a obiettivi macro (soluzione consigliata) o a obiettivi da montare su tubi di prolunga per ridurre la distanza minima di messa a fuoco rispetto a quella per cui sono stati progettati.
Formato 35mm (135) e medio formato (120)
L’altra differenza tra le due soluzioni riguarda il formato: il nuovo kit permette di digitalizzare sia pellicola 35mm sia pellicola medio formato (120). Non sono però presenti adattatori per le diapositive 35mm intelaiate. Permette sì di digitalizzare anche queste ultime purché i fotogrammi non siano stati tagliati singolarmente e inseriti nei telaietti per la proiezione.
Componenti del kit FDA-S2
- una staffa regolabile in lunghezza completa di piastra di sgancio rapido con attacco compatibile Arca [A];
- una luce led provvista di diffusore e innesto per i porta-pellicole e una vite per fissarlo alla staffa [B];
- due porta-pellicole (135 e 120) con chiusura magnetica [C];
- un cavo di alimentazione che incorpora il comando per accendere il pannello e regolarne l’intensità luminosa. Il cavo si differenzia da quello del modello FDA-S1 per il connettore di tipo USB-C con cui si collega al pannello luminoso (dall’altra parte è il classico USB-A) [D];
- le istruzioni [E].
Assemblaggio
La staffa funziona da supporto per il pannello led (e quindi per i porta-pellicole) e per la fotocamera.
- Fissate il pannello led all’estremità della staffa che forma una “L” tramite la vite/manopola. Fate passare la vite attraverso l’asola della staffa e fissate il pannello luminoso.
- Montate la staffa su un supporto stabile (un treppiedi per esempio). Sotto la staffa sono presenti sia le filettature da 1/4” sia da 3/8”. Quella da 1/4″ è la filettatura che si trova comunemente sul fondello delle fotocamere e sulle piastre di sgancio rapido dei treppiedi.
- Montate la staffa su un treppiedi (o su un supporto stabile equivalente)
- Fissate la fotocamera all’altra estremità della staffa. Potete farlo con la piastra di sgancio rapido a corredo. La fotocamera deve essere posizionata con cura in modo che il sensore e il pannello led siano paralleli.
- Collegate il comando e quindi il cavo di alimentazione . La fonte di alimentazione non è inclusa, ma potete utilizzare un power bank o un’altra fonte via USB.
- Inserite le pellicole in uno dei porta-pellicole e fatelo scorrere nelle guide di supporto della luce led fino a che il fotogramma che volete digitalizzare non è allineato all’obiettivo.
Porta-pellicole
Il kit comprende due adattatori: uno per pellicole formato 135 e uno per le 120. L’adattatore per il formato 135 può accogliere fino a 6 fotogrammi 35mm; quello per il 120: 3 fotogrammi 6×6 oppure 4 fotogrammi 6×4,5.
Come funziona
Una volta montato il tutto:
- si accende il pannello luminoso.
- si allenta il nottolino laterale che impedisce l’allungamento della staffa e si fa scorrere il braccio con il supporto per la luce led (e il porta-pellicole) cercando la distanza giusta affinché l’intero fotogramma da digitalizzare sia completamente incluso nell’inquadratura. Trovata la giusta posizione si stringe il nottolino per evitare che la slitta si muova involontariamente.
- si mette a fuoco utilizzando la messa a fuoco automatica, se disponibile, oppure in manuale sfruttando l’assistente di messa a fuoco per eseguire l’operazione con precisione.
- si scatta. Utilizzate uno scatto remoto o la temporizzazione di scatto per minimizzare il rischio di vibrazioni. Valutate l’uso dell’otturatore elettronico (scatto silenzioso).
- per quanto riguarda l’esposizione, fate in modo che la parte utile del fotogramma che volete acquisire non abbia luci bruciate o ombre completamente chiuse. Ulteriori aggiustamenti li farete in fase di sviluppo (se scattate in RAW) e postproduzione dei file.
- Terminata l’acquisizione iniziate la regolazione e finalizzazione delle immagini al computer. Rimando ai due video che ho pubblicato sul canale YouTube per una dimostrazione.
Confronto tra i due sistemi: FDA-S1 Vs FDA-S2
Il primo kit (FDA-S1) è stato una svolta perché ha semplificato all’estremo la digitalizzazione di pellicole con la fotocamera. Un kit già pronto che occupa poco spazio e risolve i principali problemi legati a questa pratica: parallelismo, illuminazione uniforme, posizionamento dei supporti. Il prezzo contenuto costituiva il bonus per farne una soluzione vincente. Per raggiungere questo livello di semplicità e praticità però era necessario un compromesso, limitare la compatibilità (garantita) a un numero finito di obiettivi.
Per sopperire a questa possibile problematica viene proposto il secondo kit (FDA-S2). Questo kit richiede un passaggio in più per trovare il posizionamento corretto ma ha meno limitazioni sugli obiettivi utilizzabili.
Se avete uno degli obiettivi compatibili con il primo sistema vi consiglio sicuramente quello per digitalizzare pellicole 35mm, ma in caso contrario questa la seconda soluzione può essere una valida alternativa.
Le differenze però non finiscono qui. Il nuovo kit (FDA-S2) permette di digitalizzare pellicole 35mm ma anche medio formato (6×6, 6×4,5), cosa che l’altro non permette per via dei supporti e della dimensione della luce led. I supporti dei due sistemi sono infatti differenti quindi non intercambiabili.
Il primo kit (FDA-S1), che permette di digitalizzare solo pellicole 35mm, è però in grado di digitalizzare anche le diapositive intelaiate. Il secondo sistema non ha il supporto per le diapositive intelaiate, potete digitalizzarle comunque ma solo se inserite sotto forma di striscia di pellicola.
Il sistema FDA-S2 è compatibile con TUTTI gli obiettivi?
Faccio una precisazione che mi è sfuggita nel video.
Le staffe su cui si montano pellicole e fotocamera possono scorrere permettendo di variare la distanza fra la macchina e i supporti da digitalizzare. Le staffe però hanno una dimensione finita: la distanza minima a cui si può porre il porta-pellicola rispetto alla piastra di sgancio è di circa 25cm. La massima estensione porta questa distanza a circa 45cm.
Quindi, se per esempio pensiamo di utilizzare un obiettivo 200mm macro per (e su) full frame, che ha una distanza minima di fuoco di 50cm, non solo non sarà possibile mettere a fuoco la pellicola ma l’inquadratura sarebbe troppo stretta anche per coprire l’intero fotogramma 35mm.
Al contrario, se utilizziamo un obiettivo che raggiunge un fattore di ingrandimento utile per inquadrare al meglio il fotogramma a una distanza di messa a fuoco troppo ridotta (molti inferiore ai 25cm) si avrà uno spreco di pixel perché il fotogramma di pellicola non riempirà l’inquadratura.
Come indicazione generale, un obiettivo macro intorno ai 100mm su full frame, o un obiettivo che produca un angolo di campo equivalente su fotocamere con sensori dalle dimensioni differenti, permette di riprodurre sia negativi 35mm sia 6×6.
Se avete dei dubbi prima di un eventuale acquisto potete sempre fare una prova pratica: ritagliate da un foglio un rettangolo o un quadrato della dimensione del fotogramma di pellicola che volete digitalizzare e controllate a quale distanza siete in grado di inquadrarlo in modo che sia a fuoco e che riempia al massimo(o senza un margine eccessivo) l’inquadratura. Se la distanza dal sensore ricade nel range indicativo fra i 25 e i 45 cm non dovreste avere problemi.
Come comportarsi con i fotogrammi 6×4,5
I fotogrammi scattati su pellicola 120 in formato 6×4,5 portano a uno spreco di pixel perché la fotocamera è posizionata in orizzontale mentre il fotogramma è verticale.
Se per la digitalizzazione utilizzate una macchina con molti pixel, e a seconda dell’uso che volete fare dei file digitalizzati, la cosa magari non vi creerà problemi. Ma nel caso la dimensione dei file acquisiti non fosse sufficiente alle vostre esigenze potreste provare a posizionare la fotocamera in verticale. Se possedete una staffa a L per la fotocamera potreste montarla con orientamento verticale e vedere se lo spostamento laterale del porta-pellicola è poi sufficiente per inquadrare al meglio il fotogramma. Il fatto che possiate regolare l’altezza della luce led dovrebbe risolvere i problemi di regolazione sull’asse verticale.
Conclusioni
I due sistemi di JJC offrono soluzioni differenti per digitalizzare di pellicole con la fotocamera. Un sistema non sostituisce l’altro e uno non è migliore dell’altro, dipende dalle necessità e dall’attrezzatura a disposizione.
I kit non hanno un prezzo elevato e semplificano le operazioni di digitalizzazione.
A fronte di un costo contenuto e della semplicità dell’idea mi sento di concludere con un’ultima osservazione. Se i sistemi fanno al caso vostro senza doverne modificare (troppo) la struttura allora avete trovato delle valide soluzioni. Se invece vi rendete conto che per adattarli alle vostre necessità dovete apportare molte modifiche allora forse non fanno per voi.
La forza di queste soluzioni è nella loro praticità.
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Link dell’Azienda
Twitter: https://x.com/JJCPhotogr75080
YouTube: https://www.youtube.com/@JJCPhotography/videos
Disclaimer
JJC mi ha gentilmente inviato in prova i kit di cui ho parlato nell’articolo e nei video su YouTube. Non ho ricevuto denaro per realizzare i contenuti, l’Azienda non è intervenuta per orientarli e non li ha visionati in anteprima. Tutto ciò che leggerete o vedrete rispecchia il mio pensiero ed è frutto di prove che ho svolto personalmente.
2 risposte
Non sono riuscito a configurare il kit sull obiettivo fuji 30mm macro che ha un diametro esterno di 43mm. Esistono raccordi idonei o la fuji non è compatibile con questo kit?
Grazie
Buongiorno Antonio, come raccordo è sufficiente un anello step-up 43-52mm. Per le distanze deve fare una prova con la distanza di fuoco considerando che il kit è modulare e che il componente numero 1 può essere regolato in lunghezza.