Tra il 1935 e il 1943 si svolse negli Stati Uniti un’enorme e organizzata campagna fotografica promossa dal Department of Agriculture. Nel pieno della grande depressione fu messa in atto una potente operazione mediatica che, attraverso le immagini, aveva lo scopo di mostrare ai cittadini le condizioni di tremenda indigenza in cui versavano gli agricoltori. In questo modo il governo voleva legittimare gli sforzi economici per il riassetto agricolo in un periodo in cui erano tanti i settori che necessitavano e si contendevano i finanziamenti.
Gli agricoltori (circa trentatré milioni di persone ovvero un quarto della popolazione) costituivano culturalmente lo zoccolo duro dell’americanismo più tradizionale, sulle cui fatiche si basava la fondazione degli Stati Uniti. Il sociologo Roy Stryker farà leva proprio su questo sentimento per coinvolgere l’opinione pubblica.
Ma facciamo un piccolo passo indietro.
In quegli anni il presidente americano era Franklin Delano Roosevelt e Rexford Tugwell l’economista sottosegretario all’agricoltura. Quest’ultimo incaricò il sociologo Roy Stryker, suo ex-allievo, di pianificare e coordinare il lavoro di documentazione fotografica. Stryker, come ci ricorda Ando Gilardi, oltre a essere un fotografo era soprattutto un art director che, memore degli esiti positivi dei lavori di documentazione realizzati da Riis e Hine a cavallo del XIX e XX secolo, scelse il mezzo fotografico per creare immagini che avrebbero colpito al cuore.
Sui reali motivi dell’operazione promossa dalla Farm Security Administration (FSA) i pareri sono divisi: alcuni ne elogiano gli intenti, altri la considerano come un’operazione volta a spostare l’attenzione sulle calamità naturali che resero ancora più complicata la situazione degli agricoltori invece di mettere in luce le reali cause politiche ed economiche che avevano condotto a tale situazione.
Rimane in ogni caso inestimabile il valore dell’archivio di immagini che fotografi del calibro di Dorothea Lange, Walker Evans, Arthur Rothstein, Carl Mydans, Ben Shahn e molti altri hanno contribuito a costruire.
L’immenso archivio fotografico
L’archivio è stato reso di dominio pubblico dalla Biblioteca del Congresso e tutte le immagini (al momento digitalizzate) sono scaricabili in versione originale e in alta qualità in formato tiff.
Nota sui diritti d’autore e i termini di utilizzo
Una nota specifica che nonostante le immagini aventi restrizioni sul copyright siano accompagnate da una specifica indicazione, non c’è comunque certezza che quelle contrassegnate con la dizione “pubblico dominio” non siano soggette a restrizioni non note alla stessa Biblioteca. Ho chiesto chiarimenti all’ufficio statunitense che si occupa degli accertamenti sul copyright e mi hanno risposto che per essere certi che l’immagine sia davvero libera dal vincolo del diritto d’autore è necessario commissionare al loro ufficio una ricerca mirata con costi variabili a seconda del tempo necessario a portarla a temine.
In ogni caso, vi consiglio vivamente di visitare l’archivio, magari effettuando anche una ricerca in base al nome dei fotografi che resero possibile tale progetto.
La fine della FSA
Dopo il 1943 ci fu un cambio di rotta alla base della propaganda: le esigenze morali della seconda guerra mondiale necessitavano di immagini che mostrassero persone piene di energia e non povere e disperate. Per questo i fondi destinati al progetto furono sospesi, decretandone la fine.
Bibliografia
Gilardi Ando, Storia sociale della fotografia, Bruno Modadori, Milano 2000
Mattioli Francesco, Sociologia visuale, eri, Torino 1991
Mormorio Diego, Storia della fotografia, Tascabili Economici Newton, Roma 1996
Sontag Susan, Sulla fotografia. Realtà e immagine nella nostra società, Einaudi editore, Torino 2004