La Fujifilm X100V è una fotocamera compatta di fascia alta che monta un sensore APS-C (X-Trans) non stabilizzato da 26 megapixel. La X100V aggiorna il modello precedente (la X100F) e utilizza sempre un obiettivo fisso 23 mm f/2 (circa 35 mm equivalenti come angolo di campo sul full frame) ma con un progetto ottico rivisto e migliorato.
Design, comandi, ergonomia
Il design è elegante, in stile rétro, le finiture sono raffinate e i materiali più che buoni. Sulla calotta superiore troviamo una ghiera per selezionare tempi e modalità di scatto. La sensibilità ISO si imposta con questa stessa ghiera, sollevando la cornice per attivare il controllo: una vera chicca che richiama i meccanismi di alcune fotocamere vintage. Il tasto di scatto presenta la filettatura centrale per l’utilizzo di scatti remoti manuali, molto meno dispendiosi dei moderni elettronici e, soprattutto, universali. Gli altri comandi fisici fondamentali sono la ghiera per la compensazione dell’esposizione e quella per selezionare i diaframmi (posizionata sull’obiettivo).
La fotocamera è dotata poi di due ghiere multifunzione, di un piccolo joystick, dei vari pulsanti comuni a tutte le fotocamere digitali e di tasti funzione personalizzabili. Rimane un ultimo controllo degno di nota ma ne parlerò nel paragrafo dedicato al mirino.
Lateralmente abbiamo da una parte uno sportellino che protegge le varie interfacce di connessione, dall’altra un selettore delle modalità di messa a fuoco: manuale, autofocus singolo, autofocus continuo.
Le dimensioni ridotte (128 mm × 75 mm × 53 mm; peso: 478 g, scheda SD e batteria incluse) sono uno dei punti di forza della X100V ma hanno portato a rimpicciolire molto i comandi. Premere i bottoni o muovere le ghiere potrebbe risultare scomodo se si hanno mani grandi o si vogliono usare i guanti. I pulsanti sono piccoli e non sporgenti e lo stesso vale per il joystick, per le flange per variare i diaframmi o per la ghiera di messa a fuoco manuale. L’obiettivo stesso, infatti, sporge veramente poco dal corpo. La portabilità ne trae enormi vantaggi, l’usabilità a volte meno.
Pulsanti molto piccoli a parte, il corpo macchina si maneggia bene.
Mirino e schermo touch
Mirino
Il mirino della Fujifilm X100V ha una particolarità: è sia ottico (galileiano) sia elettronico. Quando la fotocamera è spenta il mirino ottico non mostra alcuna indicazione aggiuntiva. Quando la fotocamera è accesa, tramite una levetta posta sulla parte frontale, si può passare dal mirino ottico a quello elettronico. Il mirino elettronico funziona bene ed è definito, e per l’uso che faccio della fotocamera non ho mai sentito il bisogno di utilizzare quello ottico, tranne in una occasione di forte contrasto luminoso. L’oculare in gomma dura non è particolarmente comodo, ma la qualità d’immagine restituita dal mirino elettronico è molto buona.
LCD touch
Lo schermo touch posteriore si può inclinare verso l’alto, per scattare comodamente con la fotocamera più bassa rispetto al volto, e verso il basso. Il grado di inclinazione verso il basso, per scattare con la fotocamera sopra la testa, è però limitato. La funzionalità touch è nella media e può essere usata sia per gestire le operazioni di scatto, sia, tramite alcune gesture personalizzabili, per accedere rapidamente alle funzioni impostate. Non è possibile invece utilizzare il touch per navigare nel menu principale.
Slot di memoria e connessioni
Slot di memoria
La Fuji X100V ha un singolo slot per schede di memoria di tipo SD ed è collocato nello stesso vano della batteria, accessibile dal fondello. Il vano non può essere aperto quando la piastra per il treppiedi è montata, ma non l’ho trovato un problema reale perché ho utilizzato la X100V esclusivamente a mano libera e, considerando il tipo di corpo macchina, credo che l’uso principale sia questo.
Connessioni
- Mini jack da 2,5 mm per microfono e comando remoto
- USB-C per cuffie (tramite adattatore USB-C/jack da 3,5 mm), connessioni USB e ricarica interna
- Micro HDMI (tipo D)
- WI-FI e Bluetooth
Batterie e ricarica
La batteria non dura moltissimo, anzi, scende abbastanza velocemente di due tacche (su quattro). Devo dire però che da quando l’indicatore diventa rosso, avvertendo che sta per scaricarsi completamente, ho potuto scattare ancora molto. In ogni caso, la seconda batteria – secondo me – sarebbe bene averla.
La batteria può essere ricaricata direttamente all’interno della fotocamera tramite l’USB-C. Il tempo di carica dipende dal caricabatterie utilizzato, si va dalle due ore scarse alle cinque. Durante la ricarica la fotocamera non può essere utilizzata.
Autofocus
I 425 punti di messa a fuoco permettono di selezionare in maniera precisa l’area su cui vogliamo focheggiare. Il riquadro di messa a fuoco (di cui si può variare la dimensioni) può essere spostato nel punto desiderato dell’inquadratura tramite il joystick oppure tramite il touch. Interessante che l’AF touch funzioni anche in modalità focheggiatura manuale (MF).
Se da una parte la flessibilità su cui è possibile impostare la messa a fuoco automatica è notevole, non sono rimasto particolarmente colpito dalle performance dell’autofocus: non va male ma l’ho trovato nella media. Sono rimasto invece un po’ deluso dall’AF con priorità su volto e occhi: è una funzionalità che non mi interessa particolarmente per il tipo di fotografia che pratico ma, rispetto a una X-T4, siamo indietro. So che su X-T3 c’è stato un miglioramento notevole grazie ad aggiornamenti firmware, forse ci sono ulteriori possibilità di miglioramento anche per la X100V.
Qualità d’immagine e sensore
La qualità d’immagine è quella offerta da un sensore APS-C di fascia alta, seppur non di ultimissima generazione: si tratta dello stesso sensore usato dalle Fujifilm X-T3 e X-Pro3. I file RAW prodotti sono ben lavorabili e si prestano a essere strapazzati senza produrre posterizzazioni.
Sviluppo dei file RAW
Sullo sviluppo dei RAW (.RAF) provenienti dai sensori con matrice del filtro colore di tipo X-Trans devo fare una precisazione, utile per i neofiti del marchio (come sono anche io). I file generati da un sensore X-Trans, con matrice differente dal classico Bayer, hanno un aspetto abbastanza diverso a seconda del software usato per la demosaicizzazione.
Quando ho testato la X-T4 ho sviluppato quasi tutti i file con Capture One; questa volta ho deciso di utilizzare sia Adobe Camera Raw sia, soprattutto, DxO Photolab 5 che per la prima volta introduce la possibilità di sviluppare i file RAW prodotti dagli X-Trans di alcuni modelli di Fuji. La compatibilità di DxO con questi file è ancora una funzionalità Beta ma, per il tipo di uso che faccio delle immagini e per il trattamento che applico, l’ho trovato una base di partenza sufficiente. Tra l’altro, i file così sviluppati non mostrano i fastidiosi artefatti (worm/maze effect) che compaiono utilizzando altri software.
Rumore digitale
Sono abbastanza ostile al rumore digitale, tanto che anche quando lavoro con sensori più grandi e con meno megapixel cerco di non alzare mai troppo gli ISO.
Per quanto riguarda la X100V: in condizioni normali, con immagine esposta “correttamente”, è utilizzabile fino a 3200 ISO dopo di che la perdita di dettaglio diventa più evidente. Fino a 6400 ISO la componente cromatica del rumore si rimuove ancora senza particolari problemi, ma sono il dettaglio e la lavorabilità del file a risentirne.
Test in condizioni controllate a parte, nell’uso reale, per le fotografie in cui è importante mantenere dettaglio e lavorabilità del file RAW, meglio non superare gli 800 ISO e, comunque, non spingersi oltre i 1600. Fino a 800 ISO il file risulta veramente pulito.
Detto questo, ho fatto prove di scatto in notturna anche a 8000 ISO: se il soggetto è ben illuminato, si ottengono delle immagini utilizzabili, almeno per certi scopi, ma parliamo di condizioni eccezionali, eviterei queste sensibilità nell’uso normale.
Simulazione pellicole
Uno dei punti di forza delle fotocamere Fujifilm e motivo per cui molti utenti scelgono questo marchio sono i profili di simulazione delle pellicole storiche di Fujifilm. Devo dire però che questo aspetto a me non interessa molto, preferisco avere un RAW pulito, relativamente neutro e lavorabile per sviluppare in seguito i miei scatti.
Si tratta del mio modo di fotografare: non utilizzo i jpeg, se non per un backup di sicurezza, e non ho necessità di avere dei file già pronti in macchina. Ho preferito chiarire questo punto ed è questo il motivo per cui ho lasciato il profilo colore sempre impostato su standard (Provia) e non ho provato altre modalità.
Di seguito mi limiterò a elencare i nomi dei profili di simulazione presenti nella X100V:
- Provia/Standard
- Velvia/Vivace
- Astia/Morbida
- Classic Chrome
- Pro Neg. Hi
- Pro Neg Std
- Classic Neg.
- Eterna/Cinema
- Acros (BN)
- Monocromatico
- Seppia
Quando selezionate un profilo dal menu della macchina, una breve descrizione in linea spiega le sue caratteristiche principali, ma il mio consiglio è di fare delle prove e vedere come funzionano. Considerate che, variando i parametri di default, potrete creare un look personalizzato da applicare alle vostre immagini direttamente in fase di scatto. Se questo modo di fotografare incontra i vostri gusti, il risparmio sui tempi di postproduzione diventa enorme.
Obiettivo
L’obiettivo è un 23 mm f/2, esteticamente identico a quello della precedente X100F, ma riprogettato internamente per migliorarne le performance. L’angolo di campo equivalente sul formato 35 mm (full frame) è quello di un 35 mm (il fattore di crop sui sensori APS-C delle Fujifilm è di 1.5X).
Si tratta di una lente pancake in grado di mettere a fuoco anche a distanza molto ravvicinata. Il tappo a pressione è in metallo (sta saldamente in posizione ma fate attenzione a non perderlo).
Non ho provato la versione della X100F, ma il 23 mm che equipaggia la X100V si comporta molto bene.
Nitidezza
L’obiettivo, utilizzabile già a tutta apertura (f/2) migliora al centro già chiudendo a f/2.8 e guadagna ancora a f/4. Da f/4 a f/8 il comportamento è simile, dopo f/8 la presenza della diffrazione inizia a essere percepibile, ma f/11 resta un diaframma utilizzabile. Ai bordi è più morbido a f/2, guadagna qualcosa a f/2.8 e da f/4 diventa abbastanza omogeneo su tutto il fotogramma.
Nell’uso reale tutti i diaframmi da f/2 a f/11 sono utilizzabili.
Aberrazioni cromatiche
Minime, non degne di nota, si rimuovono facilmente in postproduzione con un click, anche nelle aree ad alto contrasto luminoso, normalmente più problematiche.
Distorsione
Pressoché assenti, correggibili facilmente con un click quando necessario.
Vignettatura
Presente a f/2 ma facilmente correggibile. Già a f/2.8 diventa non significativa.
Esperienza d’uso
L’esperienza d’uso è la parte più importante di questa recensione: non sono un utente Fujifilm di lunga data, non ho così tanta esperienza con questo marchio da poter entrare troppo nel dettaglio di funzionalità particolari e raffronti fra modelli, ma fotografo da un paio di decenni e ho sufficiente consapevolezza del mezzo fotografico per parlare di come mi sono trovato nell’utilizzarlo.
La Fujifilm X100V è uno strumento che mi farebbe piacere avere nel mio corredo, dove manca una macchina tascabile di qualità. Chi ha seguito le storie e visto le immagini che ho pubblicato su Instagram durante il periodo di prova saprà già quali sono i generi e le situazioni che più mi hanno fatto apprezzare questa compatta di fascia alta.
Documentazione, raccolta di materiale da utilizzare per immagini con una postproduzione creativa, tempo libero sono gli ambiti che mi hanno fatto veramente apprezzare il mezzo.
Aspetto e usabilità
Sarà forse perché ho iniziato a scattare con fotocamere a pellicola anni Settanta, ma il design rétro mi dà un piacere in più nell’utilizzo. L’ergonomia dei pulsanti e delle leve potrebbe essere migliorabile, ma solo fino a un certo punto se si vogliono mantenere dimensioni compatte e non affollare il corpo con controlli che rischierebbero di essere premuti per errore. Un esempio su tutti la ghiera dei diaframmi e quella della messa a fuoco sull’ottica pancake: cambiare i diaframmi può risultare non immediato se si hanno mani grandi e spostare inavvertitamente la ghiera della messa a fuoco (che può essere anche personalizzata assegnandole altre funzioni) è un attimo.
Portabilità e qualità
Trovare una macchina fotografica che coniughi portabilità e qualità d’immagine non è facile: quasi tutte le compatte hanno sensori piccoli, spesso deludenti. Per me, l’immagine è fondamentale che sia pienamente utilizzabile anche in ambito professionale, che sia flessibile in postproduzione e stampabile a medie dimensioni senza troppi compromessi. Per questo motivo trovo la fotocamera dello smartphone buona per pendere appunti e per un uso di emergenza, ma non si adatta al mio modo ordinario di fare fotografia.
I file che produce sono di qualità. Se non usate i jpg diretti (sooc) dovete solo dedicare un po’ di tempo a trovare un flusso di lavoro ottimale per sviluppare i RAW prodotti dal sensore con matrice colore X-Trans. Non mi sento di approfondire troppo questo aspetto, in molti mi hanno scritto su Instagram e nei commenti su YouTube (grazie a tutti!) riportando i metodi che trovano più adatti per lo sviluppo dei file .RAF: le possibilità e le combinazioni di software sono diverse.
Conclusioni
Nel mercato attuale l’offerta di fotocamere compatte di qualità, con sensore di dimensioni generose, non è vasta. Se escludiamo i modelli full frame Leica e Sony, con prezzi molto elevati, sul fronte APS-C mi pare che rimangano Fujifilm e Ricoh.
I materiali utilizzati per la Fujifilm X100V, così come le rifiniture e l’assemblaggio, fanno subito percepire il tipo di prodotto che abbiamo in mano. La consiglio a tutti coloro che non possiedono fotocamere e cercano uno strumento che restituisca una qualità d’immagine superiore a quella di uno smartphone senza inficiare il fattore portabilità. La consiglio anche a chi, come me, possiede già un corredo a ottiche intercambiabili ma vuole una macchina tascabile, da avere sempre con sé, che permetta di utilizzare le immagini catturate nello stesso modo in cui utilizza i file prodotti dalle reflex e mirrorless a ottiche intercambiabili.
Prezzo
Il prezzo attuale si attesta intorno ai 1.400 euro, ma vi lascio questo link per controllare il prezzo aggiornato nel tempo.
Mi rendo conto che la cifra non sia in assoluto indifferente, ma non bisogna dimenticare che utilizza un sensore APS-C da 26 megapixel di fascia alta, un obiettivo Fujinon di qualità e che si tratta di uno strumento valido e potente in un formato ridottissimo.