Sono interessato alla macrofotografia e alla fotografia a distanza ravvicinata da quando scattavo su pellicola. Poter osservare oggetti inanimati ed esseri viventi in un modo che sarebbe impossibile a occhio nudo non solo è affascinante, ma apre prospettive nuove e stimolanti.
Quando c’era la pellicola
Prima dell’avvento del digitale fare macrofotografia richiedeva sforzi maggiori e una più che buona preparazione, anche teorica. A volte, nonostante la dedizione, era difficile quando non impossibile superare certe limitazioni.
Una delle principali problematiche risiedeva nella ridotta, a volte quasi inesistente, profondità di campo a mano a mano che aumentava l’ingrandimento. Ai fotogrammi di pellicola non si applicavano tecniche come il focus stacking, che consiste nell’effettuare più scatti senza variare l’inquadratura ma spostando la messa a fuoco per poi fondere le singole fotografie in postproduzione e ottenere un’immagine con una profondità di campo più estesa. Per cercare di estendere la quantità di piani con nitidezza accettabile si poteva chiudere il diaframma, ma fotografare con diaframmi molti chiusi voleva dire perdere nitidezza a causa degli effetti negativi della diffrazione.
Anche mettere a fuoco con precisione usando il mirino ottico non era proprio il massimo: la tecnologia live view e la possibilità di ingrandire il punto di messa a fuoco sono stati una svolta epocale. Se poi volevamo sconfinare nel terreno dell’ultra-macro, superando il rapporto di riproduzione di 1:1, le varie problematiche si facevano più complesse.
Tecnica, tecnologia ed estetica
Da una parte limiti tecnici e tecnologici, dall’altra l’eredità di un approccio estetico abbastanza rigido facevano percepire la macrofotografia come un genere freddo, appannaggio per lo più di tecnici e finalizzato alla documentazione asettica.
L’estetica era, almeno in parte, limitata dalla tecnologia che non concedeva troppa libertà. Prova ne è anche il fatto che da quando fare macrofotografia è diventato sempre più accessibile la percezione del genere è cambiata. Di fronte a certi scatti contemporanei sfido chiunque a non ammettere che alcune macrofotografie sono opere artistiche. Le immagini realizzate in anni recenti hanno maturato un’estetica più moderna e, anche negli scatti più in stile documentativo, possiamo trovare originalità e creatività.
Il genere macro, superato il primo periodo della svolta digitale durante il quale faceva fatica a staccarsi dall’ingombrante eredità del passato, ormai si è pienamente emancipato dall’etichetta di strumento finalizzato esclusivamente allo studio.
Il manuale di Alberto Ghizzi Panizza
I motivi per cui ho trovato particolarmente interessante (e che mi portano a consigliare) il manuale Macrofotografia. Strumenti e tecniche per catturare i dettagli del mondo sono principalmente due.
Il primo, fin troppo ovvio, è che le immagini contenute al suo interno sono spettacolari!
L’altro è che a livello di estetica delle immagini, tecniche e attrezzature è veramente aggiornato. Giusto per fare un esempio, il kit di Laowa per microfotografia (10x-50x), utilizzato per alcuni scatti inseriti nel testo, al momento della stesura non era ancora in commercio. L’autore lo aveva in prova in quanto brand Ambassador. In un genere che ha una grande componente tecnica come è la macrofotografia, è molto importante sapere quali attrezzature sono disponili e quali alternative vengono offerte. Questo sia per trovare ciò che si adatta di più alle nostre esigenze e al nostro budget sia per rimanere aggiornati sulle ultime tecnologie che – teoricamente – dovrebbero essere più flessibili ed efficaci delle precedenti. Pensiamo solamente al fatto che adesso si possono trovare obiettivi macro che nativamente raggiungono il rapporto di riproduzione 2:1 senza l’impiego di accessori e senza precludere la messa a fuoco a infinito.
Un libro per tutti
Il testo, anche grazie a un approccio pratico, è fruibile da tutti, indipendentemente dalla propria preparazione. Se siete completamente digiuni di macrofotografia potreste aver bisogno di cercare qualche approfondimento. Questo è normale, vista la quantità di argomenti trattati non sarebbe stato possibile che l’autore li approfondisse tutti partendo dalle basi. In ogni caso, in rete si trovano molte notizie per compensare eventuali lacune e, nel mio articolo Macrofotografia: cos’è e come iniziare troverete anche il link a uno scritto gratuito di Riccardo Polini che vi sarà certamente di aiuto.
Il manuale è consigliato anche a chi ha già esperienza perché potrà trovarvi tecniche che non conosceva o suggerimenti per migliorare i propri scatti. A me, per esempio, è successo con la tecnica del Refocusing, scoperta leggendo un’intervista all’autore.
Non solo attrezzatura
Tecnica e strumentazione hanno un ruolo importante nelle spiegazioni, ma altrettanto lo hanno le considerazioni sui soggetti, sull’ambientazione, sulla composizione. Vengono dati consigli su quando e come è meglio fotografare certi soggetti e quali condizioni preferire per fotografarne altri. Le foto di backstage aiutano a capire il setup utilizzato per realizzare alcune immagini.
Conclusioni
Il manuale è uno strumento prezioso per conoscere lo stato dell’arte raggiunto da tecnica, tecnologia e strumentazione per fotografare i dettagli del mondo, ma anche per vedere il livello qualitativo che è possibile raggiungere e come provare a farlo.
Link utili
Sul sito dell’editore è possibile scaricare gratuitamente il primo capitolo in pdf e anche l’indice degli argomenti trattati.
Macrofotografia. Strumenti e tecniche per catturare i dettagli del mondo (link alla pagina dedicata sul sito dell’editore da cui è possibile ordinare il libro).
Macrofotografia. Strumenti e tecniche per catturare i dettagli del mondo (link affiliazione).
Alberto Ghizzi Panizza (sito ufficiale).