Il teleobiettivo Zuiko 135mm nasce per le reflex a pellicola del sistema Olympus OM.
Prima di iniziare a scattare in digitale ne possedevo già uno e lo usavo per lo più in abbinamento con i tubi di prolunga per fotografare a distanza ravvicinata. Quando acquistai un obiettivo macro dedicato cominciai a utilizzare il 135mm sempre più raramente e finii per regalarlo. Una scelta su cui ho avuto ripensamenti e, a distanza di anni, ne ho ricomprato un altro.
La recensione che state per leggere è basata sull’utilizzo dell’ottica adattata su una fotocamera digitale Sony full frame con sensore da 42Mpx.
Prima di iniziare: adattare obiettivi per reflex su mirrorless
L’obiettivo non nasce per l’utilizzo su fotocamere digitali e l’averlo adattato su una mirrorless con sensore a elevata densità di pixel (42 Mpx) è una prova impegnativa. Normalmente, soprattutto quando si ha a che fare con obiettivi datati, l’adattamento ne peggiora le prestazioni rispetto all’utilizzo sul sistema nativo. Quanto sia evidente tale peggioramento e se sia degno di nota dipende da vari fattori e fare un discorso generico non ha troppo senso.
Utilizzo da anni con soddisfazione obiettivi vintage per reflex a pellicola su mirrorless digitali. Ho pubblicato al riguardo questo articolo Utilizzare obiettivi vintage su fotocamere digitali. Per adattare l’obiettivo per reflex Olympus Om-mount sul sistema Sony mirrorless E-mount ho utilizzato un adattatore di K&F Concept (link affiliazione).
Gli obiettivi Zuiko 135mm per il sistema Olympus OM
Nel parco ottiche per le reflex Olympus OM hanno convissuto da sempre due versioni del 135mm: quella con luminosità massima f/3.5, di cui parlerò qui, e la versione più luminosa con apertura massima f/2.8. Secondo le fonti che ho reperito il loro ciclo produttivo è durato circa un decennio, dal 1971 al 1982 e – come spesso accade per gli obiettivi Olympus – durante questo periodo non sono mancate le variazioni estetiche e quelle relative al trattamento superficiale delle lenti.
Lo Zuiko 135mm f/3.5 che possedevo in passato era un modello più recente dell’attuale: si poteva capire dalla finitura completamente nera e dalla scritta “Zuiko”, invece di “E.Zuiko”, sulla cornice che circonda la lente frontale. Sia la versione f/2.8 sia quella f/3.5 sono state prodotte in versione silver nose o chrome nose (cioè con finitura cromata del bordo frontale del barilotto). Questo tipo di finitura contraddistingueva le prime versioni. Gli esemplari più vecchi, con finitura cromata o meno, riportavano la scritta E.Zuiko invece della successiva Zuiko. Poi ci furono alcune versioni che riportavano la dicitura MC (Multilayer Coating) e – infine – una versione Zuiko con finitura nera senza tale dicitura, ma sempre con trattamento superficiale MC.
Questa sintesi riassume la cronologia dei vari modelli e può applicarsi a molti degli obiettivi Olympus OM. L’abbondante combinazione di variazioni (a volte prettamente estetiche) e il fatto che spesso il numero di serie non sia un elemento decisivo per identificare l’anno di produzione, fanno capire quanto possa essere difficile datare con precisione un esemplare. Inoltre – è cosa risaputa – spesso non è possibile determinare quando una serie ha ricevuto il trattamento MC delle lenti: possiamo trovare esemplari di serie più vecchie che lo hanno pur mancando indicazioni esplicite.
Specifiche tecniche: 135mm f/3.5 Vs. 135mm f/2.8
Non ho mai posseduto la versione più luminosa, ma dalle notizie che si riescono a reperire i due modelli – all’atto pratico – differivano principalmente per le dimensioni leggermente maggiori della versione f/2.8 (dimensioni comunque contenute). Lo schema ottico non era proprio identico, ma la resa finale sembrava molto simile.
[Tra parentesi il confronto con la versione f/2.8]
Dimensioni: 60×73mm [61x80mm] (diametro x lunghezza)
Peso: 290g [360g]
Diametro filtri: 49mm [55mm]
Diaframmi: f/3.5-f/22 [f/2.8-f/22]
Numero lamelle: 8
Schema ottico: 5 elementi in 4 gruppi [5 elementi in 5 gruppi]
Distanza minima di messa a fuoco: 1.5m
Anni di produzione: 1971-1982
Dimensioni, design, peso e comandi
L’Olympus Zuiko 135mm f/3.5 è un obiettivo manuale e privo di contatti elettrici. La costruzione è interamente in metallo. Il design e i comandi sono quelli classici degli obiettivi con lunghezza focale fissa per il sistema Olympus OM: ghiera per la messa a fuoco manuale rivestita con anello in gomma con texture “a diamante”; ghiera dei diaframmi con i click in corrispondenza degli stop interi (le frazioni di stop non sono selezionabili); meccanismo per il controllo della profondità di campo. Ciò che ha contribuito a rendere famoso il sistema OM sono le dimensioni: il 135mm/3.5 è compatto e leggero. La focheggiatura non è interna, ma la lente frontale non ruota durante la messa a fuoco.
Paraluce
Il paraluce, anch’esso in metallo, è incorporato e retrattile. Una caratteristica che apprezzo molto negli obiettivi vintage perché spesso è già difficile trovare il paraluce originale, e ancora più arduo trovarlo in buone condizioni e a prezzi non esorbitanti. Nonostante gli anni il meccanismo funziona ancora correttamente e mantiene la posizione durante l’utilizzo.
Qualità d’immagine
L’Olympus OM Zuiko 135mm f/3.5 non è l’obiettivo più nitido del sistema, in particolare per fotografia a lunga distanza, ma ha una resa più che onesta e una buona uniformità su tutto il fotogramma se diaframmato di un paio di stop.
A tutta apertura (f/3.5) restituisce un’immagine un po’ morbida e con una più pronunciata presenza di aberrazioni ottiche. f/3.5 rimane comunque un diaframma utilizzabile se il soggetto principale si trova al centro del fotogramma, ma andando verso i bordi il peggioramento è evidente. f/5.6 mostra un miglioramento deciso al centro e migliorano anche i bordi, ma ancora non siamo a una omogeneità ottimale su tutto il fotogramma. Inoltre, a f/5.6 sono sempre percepibili aberrazioni cromatiche longitudinali.
La resa migliore si ha ai diaframmi f/8 e f/11 dove sia il centro sia i bordi raggiungono la massima qualità. Normalmente, soprattutto testando l’obiettivo su una fotocamera con sensore denso di pixel, f/11 è il diaframma limite, dove gli effetti negativi della diffrazione si fanno ormai evidenti. Da f/16 la diffrazione è chiaramente presente, anche se la resa è migliore di quanto mi aspettassi. f/22, il diaframma più chiuso, ha una resa morbida.
Distanza ravvicinata
Il comportamento ai vari diaframmi alla distanza minima di fuoco e a distanza ravvicinata è simile salvo il fatto che a f/3.5 l’immagine ha una resa più netta. L’obiettivo si comporta bene alle brevi distanze dimostrandosi perfettamente utilizzabile.
Vignettatura
Facilmente correggibile e percepibile praticamente solo a tutta apertura.
Distorsione
Leggera distorsione a cuscino facilmente correggibile in postproduzione.
Aberrazioni cromatiche
Aberrazioni cromatiche longitudinali
Nelle aree di fuori fuoco si nota la presenza di aberrazioni cromatiche a f/3.5 e f/5.6. A f/8 diventano appena percepibili e chiudendo ulteriormente il diaframma sono praticamente assenti. La loro presenza ai due diaframmi più aperti non è comunque così invasiva da essere un problema nell’utilizzo reale, o per lo meno non l’ho trovata problematica negli scatti che ho fatto.
* Ho mostrato il test delle AC longitudinali nella video-recensione dove ho potuto inserire immagini a dimensioni maggiori.
Aberrazioni cromatiche laterali
Sono presenti e, anche cercando di correggerle, non si riesce a raggiungere sempre un risultato ottimale. Sebbene la loro presenza sia una costante, nell’utilizzo reale ci si può convivere.
Riflessi/stellina
La resistenza ai riflessi è scarsa. Velature e artefatti si manifestano molto facilmente con il sole all’interno o appena fuori dall’inquadratura.
Anche la stellina, poco definita, non è degna di nota.
Sfocato (bokeh)
Lo sfocato è morbido e piacevole, soprattutto con soggetti abbastanza vicini. Dato che il ritratto è uno degli impieghi più adatti a quest’ottica questo è sicuramente un punto a favore.
Esperienza d’uso
Quando si parla di obiettivi Zuiko per Olympus OM sono sempre di parte perché si tratta del primo sistema fotografico a pellicola che ho utilizzato. Ma anche ignorando il trasporto personale, la qualità costruttiva delle ottiche per il sistema OM è indiscussa. I materiali, la piacevolezza del sistema di messa fuoco manuale, la sensazione tattile contribuiscono a rendere l’esperienza di utilizzo piacevole.
La compattezza dello Zuiko 135mm f/3.5 lo rende un abbinamento ideale anche con fotocamere mirrorless dalle dimensioni più contenute. Sulla Sony A7R III, considerando anche l’aggiunta dell’adattatore (link affiliazione), si dimostra proporzionato e bilanciato.
Quando si ha a che fare con vecchi obiettivi manuali, uno degli aspetti da sottolineare riguarda l’esperienza di messa a fuoco. Ormai siamo abituati a utilizzare quasi esclusivamente ottiche che anche se dotate di messa a fuoco manuale è di tipo by wire (cioè mutuata dall’elettronica). Questo cambio nella tecnologia ha fatto sì che si sia per lo più perso il piacevole feedback restituito da una ghiera meccanica. Quella giusta resistenza del meccanismo che sposta le lenti di questo 135mm di circa cinquant’anni fa è rimasta quasi invariata. L’escursione della rotazione della ghiera di messa a fuoco è sufficientemente ampia da permettere una regolazione precisa. La texture della lavorazione della gomma che riveste il meccanismo agevola la presa.
Generi principali
Non si tratta di uno degli obiettivi più nitidi del sistema Zuiko per Olympus OM e nemmeno di uno degli obiettivi più nitidi in generale. Dà il meglio di sé alle distanze più prossime, ma la resa diminuisce andando verso l’infinito. Questo ne fa un obiettivo adatto per il ritratto, considerando anche che il centro del fotogramma è già buono a tutta apertura e lo sfocato abbastanza piacevole. È adatto a isolare particolari ma è meno adatto per fotografia di paesaggio.
A chi lo consiglio
Il prezzo, soprattutto se rapportato alla qualità generale, ne fa un obiettivo da consigliare senza riserve a tutti coloro che hanno un budget limitato ma vogliono provare un obiettivo tele manuale. O a coloro che desiderano aggiungere un teleobiettivo compatto per uso occasionale al proprio corredo senza spendere cifre importanti.
Lo sfocato, mettendo a fuoco su un soggetto vicino, è per lo più piacevole e morbido e nelle situazioni in cui non interferiscono riflessi la resa è buona. Le immagini hanno un dettaglio sufficiente che può essere valorizzato in postproduzione.
Prezzo
Le due versioni (f/2.8 e f/3.5) non hanno una gran quotazione: in entrambi i casi ci troviamo di fronte a un oggetto dal prezzo contenuto ma di elevata qualità costruttiva.
La versione f/3.5 in ottimo stato è acquistabile intorno agli 80 € e per circa 100 € si può acquistare la versione f/2.8. Da quello che posso vedere il prezzo non è minimamente variato negli anni.
Non è un obiettivo che si compra come investimento ma, in caso di ripensamento, non dovrebbe essere difficile rivenderlo e recuperare la spesa sostenuta per l’acquisto.
Per questa specifica ottica consiglio di prediligere i modelli più recenti, quelli con dicitura “Zuiko”.