La Panasonic Lumix GX880 è una fotocamera ultracompatta a ottiche intercambiabili con sensore micro4/3 da 16 megapixel. Insieme all’obiettivo kit, lo zoom pancake stabilizzato Lumix G Vario 12-32 mm f/3.5-5.6 (24-64 mm equivalenti sul formato 35 mm), è un’accoppiata difficile da battere in termini di portabilità.
La GX880 è il modello più economico della serie Lumix (link affiliazione) e viene pubblicizzato come una macchina “da fashion blogger” per creare contenuti per i social e il web. Questa classificazione è estremamente riduttiva.
Dotazione
Nella confezione troviamo:
- la tracolla
- la batteria
- il caricabatterie e il cavo USB per la ricarica all’interno della fotocamera
- l’obiettivo kit
Dimensioni, design ed ergonomia
Le dimensioni sono davvero ridotte 106 x 65 x 33 mm circa (L x A x P) e il peso del corpo con la batteria e la scheda di memoria è di soli 270 g (337 g con l’ottica kit 12-32 mm). Fotocamera e obiettivo sono realmente tascabili.
Il design è semplice, elegante e funzionale. La piccola sporgenza anteriore facilita la presa su un corpo altrimenti privo di appigli rilevanti (il grip posteriore per il pollice non fa sentire molto la sua presenza). Gli spazi sono sfruttati al meglio: la dotazione di leve, ghiere e bottoni è poco più che minimale ma sufficiente per facilitarne l’uso. Il display posteriore, ampio e con un touch eccellente, sopperisce la mancanza di alcuni controlli fisici.
A livello ergonomico il primo impatto è stato deludente: dopo alcuni minuti passati a impostare la fotocamera ho iniziato a sentire la mano destra indolenzita. Ciò mi aveva preoccupato pensando che l’esperienza d’uso sarebbe stata una sofferenza. In fase di utilizzo, invece, questa sensazione di scomodità non si è mai presentata, però se si hanno mani grandi qualche difficoltà nell’impugnarla e nell’utilizzarla potrebbe farsi sentire: la portabilità ha i suoi pro e i suoi contro.
Comandi
I comandi fisici non sono molti se paragoniamo la Lumix GX880 ai modelli di fascia più alta, ma personalizzando i tasti funzione, sfruttando il Quick Menu e il touch screen l’utilizzo diventa abbastanza rapido. Oltre ai tre tasti funzione personalizzabili (uno dei quali però consiglio di lasciarlo assegnato al Quick Menu), sul dorso troviamo una ghiera che funge anche da selettore a 4 vie e permette l’accesso diretto a quattro funzionalità.
Sempre sul dorso troviamo il bottone “DISP” (per variare la modalità di visualizzazione dell’immagine sul display), il tasto “PLAY” (per la riproduzione di foto e filmati) e, al centro della ghiera, un bottone per entrare nel menu completo.
La ghiera per la selezione della modalità di scatto riporta diverse impostazioni automatizzate e le quattro modalità PASM (Program, priorità di diaframmi, priorità di tempi e manuale); manca però la modalità video dedicata.
Display e mirino
Buona parte del lato posteriore è occupata dal display da 3” ribaltabile in avanti. Il mirino ottico è assente. Da diversi anni sono abituato a usare quasi esclusivamente lo schermo posteriore, ma nonostante questo, in situazioni di forte luce in esterni ho portato più volte la fotocamera all’occhio nel tentativo di guardare attraverso l’oculare. Abitudini a parte, non ho avuto problemi a fotografare con il display e, sebbene l’unico movimento possibile sia il ribaltamento in avanti per agevolare i selfie, questo grado di libertà è comodo per fotografare con la fotocamera tenuta più bassa rispetto al volto.
Connessioni, scheda di memoria, touch screen
A livello di interfaccia, oltre al Wi-Fi che consente anche la connessone della fotocamera con lo smartphone attraverso l’app di Panasonic, troviamo l’uscita HDMI (che però non sembra compatibile con i monitor esterni) e una porta USB. Quest’ultima è necessaria anche per ricaricare la batteria. Nota: questo modello non può essere utilizzato mentre la batteria è in carica.
La scheda di memoria è di tipo micro-SD (trans flash): scelta progettuale atta a ridurre ulteriormente la componentistica. Estrarre le normali SD dal vano batteria posto sul fondo non è praticissimo e una micro-SD non facilita certo il compito, ma nell’ottica della compattezza è una scelta funzionale.
Il touch screen delle Lumix è uno dei migliori che si possano trovare su una fotocamera digitale: sembra di usare uno smartphone. Su un modello come questo, dove sono presenti un numero minore di comandi fisici rispetto ad altri modelli, avere un’interfaccia virtuale efficiente è fondamentale. Il touch permette di navigare rapidamente e fra le impostazioni.
Stabilizzazione
Il sensore non è stabilizzato. La stabilizzazione è uno dei punti di forza di Panasonic e i modelli privi di stabilizzazione interna si contano sulla punta delle dita: la GX880 è uno di questi. In ogni caso, alcune ottiche come il Lumix G 12-32 mm sono stabilizzate e sopperiscono in parte a questa mancanza.
Qualità d’immagine
Il sensore da 16 megapixel costituisce una scelta ancora azzeccata per una fotocamera con sensore micro4/3.
A livello di qualità i file forniti sono degni: ho utilizzato la fotocamera sia con obiettivi più economici sia con il Leica 12 mm f/1.4: la differenza la fanno principalmente le ottiche. Non sto dicendo che l’obiettivo kit e il Lumix G 14 mm f/2.5 pancake (link affiliazione) non vadano bene, al centro sono entrambe nitide anche a tutta apertura, ma questo per sottolineare che i sensori moderni sono praticamente tutti di buon livello.
Detto questo, i file della GX880 (link affiliazione) non sono male pur non essendo certo i file prodotti dalla Lumix G9, ma non credo che nessuno si stupisca di questo.
Rumore digitale
Se fotografiamo in situazione di luce abbondante, il rumore digitale non fa sentire particolarmente la sua presenza ed è eliminabile senza troppe problematiche anche alle sensibilità più alte (fino a 3200 ISO, per lo meno scattando in RAW e agendo in postproduzione).
Nella pratica, dopo gli 800 ISO il rumore diventa più evidente ma la fotocamera resta utilizzabile fino a 3200 ISO (e anche di 6400 in situazioni di emergenza, consapevoli però di perdere molto dettaglio).
Il mio consiglio è di restare comunque sotto i 2000 ISO e di privilegiare lo scatto in RAW, per lo meno alle sensibilità più alte.
Jpeg diretti
I JPEG diretti sono onesti, ma preciso che non ho approfondito questo aspetto visto che li uso solamente come backup dei RAW, senza variare le impostazioni di fabbrica.
Utilizzando il profilo standard l’aspetto delle immagini non risulta carico, anzi, è un po’ sottotono. Il mio consiglio, per coloro che volessero usare i JPEG diretti, è di entrare nel menu di personalizzazione del singolo profilo e trovare i propri settaggi, iniziando con la diminuzione dei valori di default di nitidezza e riduzione del rumore. L’aumento della nitidezza e una ulteriore riduzione del rumore possono essere effettuati con una postproduzione minima, ma se si parte da un file già compromesso resta poco da fare.
Autofocus e messa a fuoco manuale
L’autofocus è veloce e preciso, manca la possibilità di impostare il riconoscimento del volto anche in modalità “animali” ma per il resto sono presenti le stesse modalità che troviamo nelle altre Lumix. Quando la modalità di focheggiatura automatica è impostata su ampia si attivano le 49 aree di rilevamento.
Il fuoco manuale presenta le stesse caratteristiche delle altre Lumix, con qualche piccola limitazione sull’ingrandimento dell’assistente di fuoco, ma data la poca rilevanza di questa differenza non ha nemmeno molto senso citarla.
Sono presenti sia il focus peaking (evidenziazione) sia l’ingrandimento dell’area selezionata per la messa a fuoco. L’ingrandimento può avvenire in modalità piena (sfruttando tutto il display) o in modalità PiP (riquadro).
L’ottica kit 12-32 mm non ha la ghiera della messa a fuoco manuale: ma è possibile utilizzare il controllo elettronico della messa fuoco (manuale) attraverso la fotocamera.
Ripresa video
La Lumix GX880 può riprendere video anche in 4K a 24/25/30p e i profili di ripresa selezionabili sono un sottoinsieme di quelli base comuni alle altre Panasonic.
Ho fatto una brevissima prova di ripresa e se dovessi dare un giudizio secco, ma non troppo approfondito, direi che il video non è una funzionalità in cui eccelle. Non mi riferisco tanto al file quanto al fatto che manca una modalità video dedicata. Nelle poche (e sottolineo poche) prove che ho eseguito: quando avevo l’app connessa dopo poco la fotocamera ha iniziato a rispondere in modo inappropriato. Ma anche dopo aver scollegato il telefono, forse per la poca pratica con la fotocamera, l’esperienza non mi ha soddisfatto.
Esperienza d’uso
A mio parere, definire la Panasonic Lumix GX880 una fotocamera da selfie è estremamente riduttivo. Trovo più corretto identificarla come una compatta a ottiche intercambiabili. La dotazione di funzionalità è abbastanza completa, permette di scattare con i principali automatismi e anche in manuale, produce file degni e i RAW sono dettagliati e lavorabili.
Mancano alcuni comandi fisici ma, dopo averci preso un po’ la mano, l’utilizzo del display touch rende l’operatività veloce. Ai tre tasti funzione fisici personalizzabili se ne affiancano altri cinque virtuali che, insieme al Quick Menu e alla possibilità di agire sulle impostazioni tramite il display touch, consentono di accedere rapidamente ai settaggi.
Le dimensioni estremamente ridotte sono la prima caratteristica che si nota della GX880 che, con un’ottica di piccole dimensioni, entra praticamente in tasca.
Certo, se si hanno mani grandi l’esperienza d’uso potrebbe non essere ottimale. Personalmente mi sono trovato bene e l’ho utilizzata anche con il Leica 12 mm f/1.4, obiettivo più abbondante del 12-32 kit o del 14 mm f/2.5 pancake (link affiliazione).
A chi consiglio questa fotocamera
La trovo adatta a chi vuole avvicinarsi alla fotografia: è un corpo macchina entry level con funzionalità complete. Gli obiettivi che impiega possono essere riutilizzati nel momento in cui si decidesse di fare un upgrade del corpo macchina.
Anche il prezzo (link affiliazione) è pienamente entry e l’obiettivo kit 12-32 mm (24-64 equivalenti come angolo di campo sul full frame) è adatto a sperimentare vari generi fotografici.
Può soddisfare le esigenze anche di a chi scatta in viaggio o in vacanza o durante l’attività escursionistica e vuole un corpo versatile senza sacrificare la portabilità.
È una fotocamera che dà soddisfazione anche ai non principianti che cercano uno strumento tascabile e in grado di produrre buone immagini da portare sempre con sé.
Non la indicherei come corpo principale a un amatore evoluto, ma questo solo perché chi ha già una certa esperienza cerca una macchina con caratteristiche più complete. Però, l’amatore evoluto che magari ha già un corredo micro4/3 la potrebbe prendere in considerazione come secondo corpo ultracompatto.
Generi fotografici/principali impieghi
- Escursionismo
- Foto di famiglia
- Viaggio/Turismo
- Fotografia occasionale
- Street
Conclusioni
Nel complesso, la GX880 è l’ennesima dimostrazione che la maggior parte delle moderne fotocamere funzionano bene e che non bisogna spendere per forza migliaia di euro per acquistare l’ultimo modello per divertirsi e portare a casa buoni scatti.
Una fotocamera che si può tenere sempre con sé, senza soffrirne il peso o l’ingombro, può fare la differenza fra scattare o meno una fotografia.
Prezzo
La Panasonic Lumix GX880 insieme all’obiettivo kit 12-32 mm f/3.5-5.6 si trova su Amazon.it a un prezzo che oscilla fra i 350 e i 450 € (qui il prezzo aggiornato su Amazon, link affiliazione), spesa che non sarebbe sufficiente né per acquistare una compatta evoluta né per una compatta con sensore di dimensioni uguali o maggiori di questa micro4/3.
Considerando che stiamo parlando di una mirrorless con funzionalità abbastanza complete ed evolute e che produce buoni file d’immagine mi sembra un’opzione da tenere in considerazione.
2 risposte
Ma esistono degli obiettivi un po’ più performanti? ho la macchina e fa portare in giro è assolutamente comoda e duttile. Però non riesco a trovare degli zoom da poterle mettere
grazie
Ciao Mara, il parco ottiche Panasonic e Olympus per il micro4/3 è molto completo e non mancano le ottiche di fascia alta. Che range focale cerchi?