L’SMC Pentax-M 135mm f/3.5 è un teleobiettivo manuale progettato per il sistema reflex a pellicola (35mm) Pentax e prodotto tra il 1977 e il 1986. La serie M, relativamente recente, nacque con l’intento di offrire obiettivi più compatti e leggeri rispetto alle versioni precedenti ma senza che ciò andasse a scapito della qualità d’immagine.
In passato avevo già posseduto una copia di questo obiettivo, era parte del piccolo corredo Pentax (a pellicola) che per un periodo ha affiancato quello Olympus OM. Lo vendetti per una cifra irrisoria e, dopo diversi anni, l’ho riacquistato per adattarlo su fotocamere mirrorless digitali. Il valore commerciale è rimasto lo stesso di un paio di decenni fa, ma ciò che mi ha sorpreso sono le condizioni perfette dell’ottica: sembra nuova. Anche le parti in materiali plastici, come il rivestimento della ghiera di messa a fuoco, sono perfette.
Questa recensione è stata realizzata adattando l’obiettivo su una fotocamera Sony full frame con sensore da 42 Mpx, la Sony A7R III. L’adattatore utilizzato per montare l’obiettivo con baionetta Pentax K su una fotocamera Sony E-mount è prodotto da Fotodiox (link affiliazione).
Specifiche tecniche
Dimensioni: 63×66mm (diametro x lunghezza)
Peso: 270g
Diametro filtri: 49mm
Diaframmi: f/3.5-32
Numero lamelle: 8
Schema ottico: 5 elementi in 5 gruppi
Distanza minima di messa a fuoco: 1.5m
Anni di produzione: 1977-1986
Dimensioni, design, peso e comandi
L’obiettivo è compatto e leggero: caratteristiche che mi fanno apprezzare particolarmente quest’ottica.
La ghiera di messa a fuoco è ampia, rivestita in materiali plastici e dotata di texture per agevolarne la presa. La ghiera dei diaframmi ha i click in corrispondenza degli stop interi e dei mezzi stop (fa eccezione solamente il passaggio fra f/22 e f/32 che non prevede scatti intermedi). Gli scatti, anche quelli degli stop intermedi, sono ben definiti e non soggetti a spostamenti involontari.
La messa a fuoco è fluida e utilizzare l’obiettivo è piacevole. La focheggiatura non è interna (l’obiettivo cambia di dimensioni durante la messa a fuoco), ma la parte frontale non ruota. L’escursione della rotazione della ghiera di messa a fuoco manuale è sufficientemente ampia per consentire una ricerca precisa del fuoco.
Paraluce
Il paraluce in metallo è retrattile e, quando l’obiettivo non è in uso, il tappo anteriore funziona anche da blocco per evitare che il paraluce si sposti accidentalmente.
Qualità d’immagine
Per quanto riguarda la qualità d’immagine e le aberrazioni cromatiche potrebbe essere che l’adattamento dell’obiettivo su una fotocamera digitale abbia contribuito a esasperarne alcuni difetti. Purtroppo non ho modo di fugare questo dubbio quindi riporterò, senza aggiungere ulteriori considerazioni, i risultati che ho riscontrato.
A tutta apertura la resa è decisamente scarsa, ma basta chiudere solamente di una frazione di stop per vedere un netto miglioramento. Chiudendo a f/5.6 le cose vanno ancora a migliorare ma il diaframma con la resa massima e più omogenea su tutto il fotogramma è f/8. Da f/8 in poi ogni stop di chiusura porta a una fisiologica e graduale diminuzione della qualità causata dalla diffrazione; tra f/8 ed f/11 è comunque difficile notare differenze. La resa ai bordi, in generale, non raggiunge mai il livello di quella centrale ma le immagini catturate restano utilizzabili.
Ripresa a distanza ravvicinata
I ritagli al 100% che seguono sono di soggetti posizionati a circa 1.8m dal sensore. Il comportamento ricalca quello osservato a lunga distanza.
Aberrazioni cromatiche, purple fringing, bagliori
In condizioni di forte illuminazione, principalmente nelle aree a forte contrasto luminoso, si nota una chiara presenza di bagliori che enfatizzano gli aloni colorati lungo i bordi con forte contrasto. La loro correzione non è scontata perché la diffusione dei bagliori contamina le aree adiacenti ai bordi. C’è da dire che il fenomeno dei bagliori si riduce chiudendo il diaframma e anche che non in tutte le situazioni di illuminazioni queste aberrazioni sono così evidenti.
Non mancano comunque anche aberrazioni cromatiche laterali e longitudinali, principale tallone d’Achille di questo obiettivo. Anche in questo caso, la quantità di aberrazioni dipende molto dalle condizioni di scatto. Come si vede anche negli esempi mostrati nella videorecensione: a volte questi difetti sono fin troppo evidenti, altre più tollerabili soprattutto dopo una correzione in postproduzione per eliminarli o – per lo meno – attenuarli.
Vignettatura
Presente unicamente a tutta apertura. Già diaframmando di una frazione di stop si riduce fino a diventare ininfluente a f/5.6. Considerando che non trovo questo obiettivo utilizzabile a f/3.5 è come se la vignettatura, nella pratica, fosse come inesistente.
Distorsione ottica
Minima, a cuscino, ma praticamente inesistente.
Riflessi e stellina
Non ho notato la presenza di artefatti degni di nota causati dal controluce diretto mentre è più facile sperimentare perdita di contrasto dovuta a velature causate dal sole fuori dal fotogramma. Il paraluce non mi è stato particolarmente utile nel bloccare i raggi solari che provenivano lateralmente.
Sfocato (bokeh)
A parte notare uno sfocato “spigoloso”, non particolarmente gradevole, in presenza di sfondi complessi, nelle altre situazioni non evidenzia un carattere proprio. Insomma, non è una caratteristica che risalta.
Esperienza d’uso
Il Pentax-M 135mm f/3.5 è un teleobiettivo che si fa apprezzare per le dimensioni compatte, la leggerezza e la piacevolezza d’uso. Nonostante la costruzione fosse, negli intenti, economica non dà l’idea di un’ottica economica nel momento in cui si utilizza.
A livello di qualità d’immagine si difende: non è un campione di nitidezza ma la resa è del tutto accettabile e, pur non avendo fatto paragoni fianco a fianco, mi sembra leggermente migliore dell’Olympus OM 135mm/3.5.
Tra gli obiettivi 135mm vintage esistono modelli dalla resa migliore e più luminosi, ma sono caratteristiche che si pagano in termini di prezzo, peso e ingombro. Quando decisi di (ri)acquistare questo Pentax-M 135mm e l’Olympus OM Zuiko 135mm mi trovai a valutare anche un Canon FD 135mm f/2.5. Se prendete in mano il Canon 135mm/2.5 dopo aver utilizzato il Pentax vi renderete immediatamente conto della differenza di peso e ingombro. I concorrenti diretti in casa Canon, prima dell’avvento delle lenti EF, sono infatti i Canon FD ed FL 135mm f/3.5.
Generi
La qualità buona, seppur non eccezionale, la necessità operativa di chiudere il diaframma per lo meno di una frazione di stop, uno sfocato un po’ duro e la presenza di aberrazioni cromatiche talvolta difficoltose da correggere non fanno del Pentax-M 135mm f/3.5 un obiettivo specifico per un genere in particolare. Il fatto però di essere così leggero e compatto e piacevole da usare, e di avere una resa comunque degna, lo rendono un’ottica che si fa apprezzare in viaggio o quando pesi e ingombri sono importanti. Ancora una volta, si tratta di quel teleobiettivo che porti con te perché… non si sa mai… e ti dimentichi di avere.
Pentax-M 135mm f/3.5 e Zuiko 135mm f/3.5 per Olympus OM
Il parallelo con lo Zuiko 135mm viene naturale visto che ne ho parlato da poco e che si trovano sul mercato dell’usato a un prezzo quasi identico.
Nonostante nutra un affetto particolare per le ottiche Zuiko, lo Zuiko 135mm/3.5 non è il mio obiettivo preferito del sistema OM. E tra i due ho apprezzato di più il Pentax-M 135mm f/3.5. Lo stato di conservazione estetico, ottico e meccanico, così come l’assemblaggio li ho trovati migliori. Credevo che il mio esemplare di Zuiko 135 nella versione più vecchia (Chrome nose) soffrisse dei segni del tempo invece ho letto che anche un altro recensore ha notato difetti che ho riscontrato anche io. Detto questo, pur non avendo fatto un confronto fianco a fianco: dello Zuiko ho preferito la resa dello sfocato, l’usabilità a tutta apertura e la gestione delle aberrazioni cromatiche. Il Pentax però mi è sembrato superiore sotto tutti gli altri aspetti.
A chi lo consiglio
Il prezzo contenuto e le caratteristiche generali lo rendono una valida scelta per coloro che hanno un budget limitato e vogliono provare un teleobiettivo manuale. Ma, più in generale, anche per coloro che cercano un teleobiettivo leggero, compatto ed economico da aggiungere al proprio corredo. Ricordo nuovamente che all’obiettivo va sommata la spesa dell’adattatore e quindi il peso e l’ingombro di quest’ultimo. Ingombro che considerando la compattezza del Pentax-M 135mm f/3.5 resta comunque contenuto.