Quasi tutte le fotocamere Sony sono ormai dotate di stabilizzazione sul sensore. Quando si monta un obiettivo provvisto di elettronica, in grado di dialogare correttamente con il corpo macchina, basta attivare la stabilizzazione d’immagine (in modalità automatica) e non servirà preoccuparsi di altro.
La situazione cambia quando adattiamo obiettivi per altri sistemi (per esempio ottiche vintage) o – più in generale – quando montiamo un’ottica manuale non dotata di contatti elettrici. In pratica, in tutti quei casi in cui l’obiettivo non è in grado di comunicare con la fotocamera.
L’avvento dei sensori stabilizzati
Le fotocamere non hanno sempre avuto sensori stabilizzati. Oggi sembra la norma, anzi, lo stupore scatta quando troviamo sensori non stabilizzati, ma fino a che le mirrorless non si sono diffuse ed evolute non era così. Esistevano già obiettivi stabilizzati per corpi macchina reflex ma la stabilizzazione sui sensori si è iniziata a diffondere con l’avvento delle mirrorless.
Più o meno per i primi dieci anni di attività ho fotografato sempre con il treppiedi. Praticando generi fotografici in cui avere foto ferme, nitide e correttamente composte era fondamentale l’uso dell’ingombrante accessorio non era prescindibile. La quasi totalità dei miei soggetti erano statici (paesaggi naturali e antropizzati, oggettistica varia…) quindi il tempo per sistemare il treppiedi non era un problema. Il problema semmai era caricarsene uno stabile in spalla insieme al resto dell’attrezzatura durante lunghi spostamenti per raggiungere luoghi non accessibili in auto. Ma, a parte la poca simpatia per il cavalletto, il suo uso faceva parte del gioco.
Quando acquistai la prima mirrorless con sensore stabilizzato provai un grande senso di libertà. Anche se per lavoro continuavo a scattare su un supporto stabile, per gli scatti fatti nel tempo libero iniziai a farne a meno. Da allora sul fronte della stabilizzazione i passi avanti sono stati molti e, sebbene il treppiedi sia sempre una sicurezza per realizzare foto ferme, nitide e ben composte, adesso ci si può affidare – per lo meno in certe situazioni – all’impiego di stabilizzatori per portare a casa scatti un tempo impensabili.
La stabilizzazione sul sensore
Un sensore stabilizzato permette di stabilizzare qualunque obiettivo, anche vecchie ottiche manuali di decine di anni fa. Tramite una serie di movimenti, lo stabilizzatore compensa le vibrazioni che possiamo introdurre durante lo scatto a mano libera.
Le fotocamere mirrorless, ideali per adattare obiettivi datati, sono equipaggiate con sensori con un numero di pixel sempre maggiore e ogni imprecisione, ogni movimento, risulta amplificato rispetto a quando certe ottiche venivano usate su fotocamere a pellicola. Va da sé che l’utilizzo di sensori stabilizzati ha aumentato la percentuale di scatti non viziati dal mosso.
Gli obiettivi e gli adattatori manuali non hanno contatti elettrici
Quando scattiamo con obiettivi manuali o adattiamo obiettivi manuali, l’obiettivo e la fotocamera non comunicano per via della mancanza di contatti elettrici sull’innesto dell’ottica o dell’adattatore. Ciò può causare una serie di inconvenienti, il primo dei quali è che la fotocamera potrebbe non scattare (!), ma a questo c’è una soluzione e ne ho parlato in questo breve video.
Gli altri sono che non viene comunicato e quindi registrato nel file nessun parametro di scatto legato all’obiettivo tra cui anche la sua lunghezza focale. In mancanza di questi elementi l’elettronica della macchina fotografica non è in grado di impostare in maniera automatica alcune funzionalità come, ad esempio, la stabilizzazione.
Impostare manualmente la stabilizzazione sulle fotocamere Sony
Tempo richiesto: 1 minuto
- Attivare la stabilizzazione d’immagine sul sensore
Entriamo nel menu e cerchiamo la voce relativa allo stabilizzatore d’immagine o SteadyShot. A seconda del modello di fotocamera e del tipo di menu la nomenclatura può cambiare leggermente ma non è difficile da trovare.
Nei modelli più vecchi probabilmente dovrete prima attivare la funzione SteadyShot (nel menu) e la voce immediatamente successiva riguarderà la sua impostazione. Nei modelli più recenti e che beneficiano dei nuovi menu troverete le voci relative alla stabilizzazione raccolte in un’unica posizione sotto Stabilizzazione d’immagine - Impostare la regolazione della stabilizzazione su manuale
Con la stabilizzazione attiva dovete impostare la regolazione della stabilizzazione su manuale. Anche in questo caso tra un menu e l’altro le voci potrebbero differire leggermente ma, se proprio doveste avere dei dubbi, basterà consultare il manuale della fotocamera (disponibile gratuitamente online).
- Selezionare la lunghezza focale
Una volta abilitata l’impostazione manuale della stabilizzazione diventerà selezionabile una nuova voce nel menu relativa alla selezione della lunghezza focale. Sceglierete quindi la lunghezza focale indicata sull’obiettivo che avete montato. In molti mi hanno chiesto se devono tenere conto della lunghezza focale equivalente quando montano obiettivi per il pieno formato su fotocamere con sensore di dimensione minore del full frame e la risposta è no. Inserite il valore della lunghezza focale effettiva dell’ottica, quello riportato sul barilotto o sulla cornice della lente frontale.
L’importanza di indicare la lunghezza focale corretta
Inserire la corretta lunghezza focale e modificare il suo valore nel menu delle impostazioni nel momento in cui si cambia obiettivo è fondamentale sia per ottenere la stabilizzazione più efficace sia per evitare effetti indesiderati.
Se impostate un valore troppo basso la stabilizzazione sarà insufficiente e probabilmente ve ne accorgerete anche nel momento in cui effettuerete la messa a fuoco manuale magari utilizzando l’assistente per la messa a fuoco. L’immagine ingrandita nel mirino elettronico o nel monitor LCD traballerà molto e avrete più difficoltà a focheggiare in modo preciso.
Al contrario, si potrebbe pensare che impostare un valore superiore a quello effettivo dell’obiettivo possa produrre dei benefici. Sbagliato. In quel caso verrà messa in atto una sovra-stabilizzazione e il rischio è l’introduzione di un mosso artificiale che si tradurrà in immagini meno nitide. Una spia rivelatrice di una stabilizzazione eccessiva possono essere movimenti a scatti nell’immagine che state inquadrando.
Per vedere cosa accade al variare della lunghezza focale impostata nel menu della stabilizzazione è interessante provare a realizzare una ripresa video variando la lunghezza focale selezionata ma senza cambiare l’obiettivo montato. Mostro un esempio nel video che ho pubblicato su YouTube.
Penso che esplicitare il concetto con una ripresa video a mano libera, soprattutto nel momento in cui si tratta di una ripresa statica (senza movimenti di macchina) sia più utile perché argina in parte la variabile fattore umano che interviene realizzando batterie di scatti singoli.
Nota: anche utilizzando stabilizzatori moderni, il mio consiglio è di disabilitare la stabilizzazione quando la fotocamera è sul treppiedi. Nei manuali di alcuni dispositivi recenti viene indicato il contrario, ma è meglio non rischiare. La condizione di stabilità fornita dal supporto potrebbe ingannare l’elettronica e portare la macchina a cercare di stabilizzare una ripresa che non ne ha bisogno. Il risultato sarebbe una foto che sembra leggermente mossa, poco nitida: l’opposto di ciò che volevate ottenere.
Cosa fare con gli obiettivi zoom manuali
Questo è un problema spinoso di cui si parla poco e nulla. La verità è che non esistono scorciatoie… se utilizzate zoom manuali e volete fare le cose per bene, ogni volta che cambiate lunghezza focale dovreste cambiare (manualmente) le impostazioni della stabilizzazione nel menu della macchina. Tutto ciò è particolarmente seccante e fa un po’ passare la voglia di utilizzare la stabilizzazione con questo tipo di obiettivi.
Possibili soluzioni? Prove, prove e ancora prove. Potreste cercare di capire se impostando una certa lunghezza focale nel menu questa darà buoni risultati con più di una lunghezza focale coperta dallo zoom, se non addirittura con tutte.