Il Viltrox 33mm f/1.4 è un obiettivo autofocus che copre il formato APS-C ed è disponibile con attacco Sony E, Fujifilm X e Canon Eos-M (link affiliazione). La caratteristica che salta subito all’occhio è l’apertura massima f/1.4.
Trattandosi di un’ottica per il formato APS-C, un 33mm corrisponde – come angolo di campo – a circa un 50mm sul full frame.
Non possedendo più fotocamere APS-C ho provato l’obiettivo sulla Sony A7R III, utilizzandola in modalità crop. L’alta risoluzione della A7R III (42 Mpx) permette di ottenere file da circa 18 mpx in crop mode.
Dotazione a corredo
All’interno della confezione, dalla grafica e dal packaging curati, troviamo:
- l’obiettivo;
- il paraluce in metallo;
- una sacca morbida con il logo del produttore.
Dimensioni, design, peso, comandi
- Diametro: 65 mm
- Lunghezza: 72 mm
- Peso: 270 g
- Diametro filtri a vite: 52 mm.
L’ottica è costruita bene e, già nel momento in cui si aggancia il paraluce in metallo, ci se ne accorge. Il paraluce può essere montato rovesciato quando l’ottica è riposta nello zaino o nella borsa. Sul barilotto abbiamo la ghiera dei diaframmi e quella per la messa a fuoco manuale di tipo by wire (cioè che sfrutta il meccanismo dell’autofocus).
Ghiera dei diaframmi
Anche la ghiera per il controllo dei diaframmi è elettronica: se si aziona con la lente scollegata o a fotocamera spenta non produce alcun effetto. I diaframmi variano in modo continuo, senza click fra un diaframma e l’altro. Sul barilotto sono riportate le marcature ogni terzo di stop. Dopo il diaframma f/16 troviamo la posizione A marcata in rosso. Impostando la ghiera su A il controllo dei diaframmi viene effettuato tramite il corpo macchina.
Contatti, porta micro USB, aggiornamento firmware
Grazie ai contatti sulla baionetta, il Viltrox 33mm comunica con la fotocamera. Questo permette non solo il funzionamento dell’autofocus, ma anche il controllo dei diaframmi dal corpo macchina e la registrazione dei dati di scatto e del tipo di obiettivo all’interno dei file.
Sulla baionetta è presente una porta micro USB per aggiornare il firmware senza bisogno di accessori esterni (basette). L’aggiornamento del firmware l’ho trovato di fondamentale importanza: dopo averlo eseguito (passando dalla v.1.4 alla v.1.6) l’autofocus è migliorato in modo impressionante.
Nel video pubblicato su YouTube mostro la procedura di aggiornamento del firmware. Firmware che potete scaricare dal sito del produttore selezionando il modello di obiettivo in vostro possesso.
Sempre dal sito del produttore potete scaricare i profili di correzione lente per Lightroom e Adobe Camera Raw. All’interno dell’archivio con il profilo trovate le istruzioni per installarlo.
Autofocus
L’autofocus (una volta aggiornato il firmware) si è dimostrato discreto, non a livello di un obiettivo originale Sony ma utilizzabile. L’aggancio spesso avviene dopo una lieve incertezza ma poi è preciso e compatibile con l’eye AF (per lo meno per Sony). Eye AF che ho testato sia in un video sia in uso fotografico. Nell’utilizzo fotografico, per funzionare bene il soggetto deve essere al centro del fotogramma: se il soggetto è laterale ho visto che l’aggancio sull’occhio non si attiva; in ogni caso quando la persona viene agganciata è preciso. Potenzialmente anche questo aspetto potrà essere migliorato attraverso aggiornamenti firmware.
Qualità d’immagine
La qualità d’immagine è generalmente buona, anche se per apprezzarla al meglio è consigliabile un po’ di postproduzione, per lo meno se si scatta in RAW. Non troviamo mai quell’immagine tagliente propria di altre lenti, ma i dettagli che riesce a catturare non sono pochi.
A tutta apertura (f/1.4) l’immagine risulta morbida anche al centro, ma dagli scatti che ho fatto nell’uso reale rimane pienamente utilizzabile. Già a f/1.8 c’è un apprezzabile miglioramento e da f/2.8 a f/5.6 la qualità al centro migliora ancora leggermente, ma già a 2.8 siamo prossimi alla massima resa al centro.
Nella parte del fotogramma tra centro e bordi il picco di qualità si raggiunge tra f/4 e f/5.6; la massima nitidezza agli angoli estremi probabilmente la troviamo a f/8.
Sebbene la nitidezza al centro sia sempre superiore, chiudendo il diaframma i bordi e gli angoli diventano utilizzabili.
Vignettatura
A tutta apertura notiamo una vignettatura più evidente, come ci si poteva aspettare; vignettatura che diventa trascurabile da f/5.6. Non si tratta però di una vignettatura problematica, si corregge facilmente in postproduzione.
Distorsione
Le distorsioni ottiche sono pressoché assenti. Il profilo fornito dalla casa corregge anch’esse oltre alla vignettatura. In ogni caso, la lievissima distorsione a cuscino può essere corretta manualmente ma è talmente poca che per farlo (e per notarla) servono elementi geometrici all’interno del fotogramma.
Aberrazioni cromatiche
A tutta apertura abbiamo aberrazioni cromatiche vistose nello sfocato e in corrispondenza delle zone a forte contrasto luminoso, un comportamento che ci si poteva aspettare. La buona notizia è che se non ci troviamo in situazioni di forte contrasto luminoso o di sfocato le aberrazioni, a tutta apertura, non sono evidenti. Chiudendo il diaframma poi si riducono, tanto da diventare ignorabili, anche in situazioni abbastanza critiche. Attivare la rimozione delle aberrazioni nel programma di postproduzione aiuta poi a mitigare ulteriormente eventuali disturbi.
Riflessi (ghosting, flare) e “stellina”
Il comportamento generale non è male. Se non si cerca di mettere volutamente in crisi la lente, i riflessi, di vario tipo, non sono un fattore così problematico.
A livello di stellina siamo nella media, da segnalare semmai la presenza di un forte effetto arcobaleno.
Bokeh (sfocato)
La resa dello sfocato non è l’aspetto che mi ha colpito maggiormente: in situazioni confuse è abbastanza “spigolosa”. A tutta apertura le aberrazioni non mancano, soprattutto se sono presenti forti contrasti luminosi, quindi l’unica situazione in cui il bokeh diventa maggiormente apprezzabile è con il soggetto distanziato dallo sfondo, senza presenza di geometrie confuse e contrasti forti.
Unica eccezione nei ritratti: una resa delle luci dietro al soggetto distorte e con aberrazioni può essere usata a scopo creativo, però si tratta di una condizione e di un uso particolari.
Generi principali
Il Viltrox 33mm “equivale”, a livello di angolo di campo, a un 50mm sul formato 35 mm: un obiettivo che si presta a vari generi e può essere la prima scelta come lente fissa quando ancora non sappiamo quale obiettivo scegliere.
La distanza minima di fuoco non è una caratteristica di spicco, non è un’ottica che dà molta soddisfazione nella fotografia a distanza ravvicinata.
Esperienza d’uso
L’esperienza d’uso è uno degli aspetti che più mi ha colpito: vuoi per la costruzione ben fatta, vuoi per la ghiera dei diaframmi, il feeling con il Viltrox 33 mm f/1.4 è scattato immediatamente. Mi sono trovato bene nell’utilizzarlo ed è una cosa che, con le ottiche moderne, non mi capita così spesso.
Prezzo
Il prezzo è sicuramente interessante e con una variazione notevole che dipende sia dalle offerte sia da dove si acquista. Vi segnalo di seguito sia i link al sito del produttore, sia quelli ad Amazon (link affiliazione). Ciò non esclude, ovviamente, l’opzione di acquisto presso negozi fisici che trattano il marchio.
Link al sito ufficiale Viltrox:
Link Amazon (link affiliazione):
Considerazioni finali
Il Viltrox 33mm f/1.4 è il primo obiettivo che provo di questo marchio (seguito poi dal 20mm/2.8 per FF) e l’esperienza è stata positiva da diversi punti di vista. Non ultimo il fatto che gli aggiornamenti firmware vadano a migliorare in modo così risolutivo le performance di funzionalità come l’autofocus.
Il rapporto qualità prezzo è più che buono e l’obiettivo è interessante, soprattutto per chi ha comprato un corpo APS-C Fuji, Sony o Canon M e non sa con quale ottica iniziare.